Vijverberg (Aegon): tapering Fed nel 2021 e tassi all'1% solo nel 2025
Vijverberg (Aegon): tapering Fed nel 2021 e tassi all'1% solo nel 2025
I mercati guardano già alla riunione della Fed di mercoledì. Jacob Vijverberg, co-gestore di Aegon Global Diversified Income Fund, si aspetta che la riduzione degli acquisti di asset inizi nel 2022. Si tratterà di un processo graduale, già previsto. È quindi improbabile che i tassi aumentino improvvisamente. E il tasso di deposito della Bce sarà ancorato al suo livello attuale di -0,5% almeno fino al 2025

di Francesca Gerosa 17/09/2021 15:40

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I mercati azionari europei restano in frazionale rialzo nell'ultimo giorno di trading della settimana. "Un'ottava piuttosto interessante con un occhio costantemente rivolto alla riunione della Fed di mercoledì prossimo. Ci sono stati molti alti e bassi, ma alla fine siamo tornati al punto di partenza. Con questo incontro sempre più vicino, potremmo vedere sempre più cautela tra gli investitori che diffidano di un potenziale brutto shock", ha affermato Craig Erlam, analista di mercato senior, Regno Unito ed Emea di Oanda, aggiungendo che "non c'è dubbio che i rischi al ribasso si stiano accumulando e provengono da una varietà di aree, che si tratti di inflazione/restringimento monetario, Covid, Evergrande, prezzi dell'energia. La lista continua. Ma poi vediamo i dati statunitensi di questa settimana: inflazione in calo, vendite al dettaglio e attività manifatturiera più forti, e improvvisamente c'è motivo di ottimismo".

Detto questo, "i rischi sono troppo difficili da ignorare al momento, soprattutto se la Fed e altre Banche centrali sono così intenzionate a rimuovere le misure di stimolo. E non è il fatto che le economie di tutto il mondo non stiano andando bene, o che molti di questi paesi abbiano ora alti tassi di vaccinazione, ma c'è così tanta incertezza nei mesi a venire che la tempistica mi sembra un po' strana", ha continuato Erlam, sostenendo che i funzionari delle Banche centrali potrebbero essere persuasi ad aspettare fino alla fine dell'anno se alcuni dei rischi al ribasso si sviluppano nei prossimi due mesi e gli investitori diventano ansiosi.

L'attuale scenario economico di base di Jacob Vijverberg, co-gestore di Aegon Global Diversified Income Fund, è che le attuali oscillazioni dell’inflazione negli Stati Uniti e in Europa siano transitorie. "Non crediamo, infatti, che ci siano i fattori strutturali necessari a guidare un forte e sostenuto aumento dei prezzi per diversi anni. Piuttosto, molte delle attuali pressioni sui prezzi sono associate a fattori direttamente correlati a strozzature della catena di fornitura dovute alla forte riapertura dell'economia", ha spiegato Vijverberg a milanofinanza.it.

"Ci aspettiamo che la Federal Reserve possa annunciare il tapering (la riduzione degli acquisti di asset, ndr) nel 2021 e che inizi effettivamente nel 2022. Si tratterà di un processo graduale, che è già ampiamente previsto. È quindi improbabile che i tassi aumentino improvvisamente, in modo brusco", ha precisato, aggiungendo che "la Banca centrale Usa dovrebbe iniziare a rialzare i tassi dopo la fine del Qe, a partire dal 2023 circa, ma mantenendo un ritmo molto lento. Ci attendiamo raggiungano infatti l'1% solo nel 2025".

Mentre in terra europea "è molto probabile che la Bce continui i suoi programmi di Qe, poiché vuole garantire una ripresa economica più completa ed evitare una stretta finanziaria dovuta alla grande emissione di debito pubblico nel 2022. Se le condizioni economiche dovessero migliorare, ci aspettiamo che questi programmi possano essere ridotti a partire dal 2023. Non prevediamo che la crescita o l'inflazione implichino un aumento dei tassi da parte della Bce. Pertanto, ipotizziamo che il tasso di deposito sia ancorato al suo livello attuale di -0,5% almeno fino al 2025".

Alla luce dei vari fattori considerati, "riteniamo che i rendimenti futuri saranno inferiori alle medie storiche. Tuttavia, crediamo che il rischio venga premiato e ci aspettiamo rendimenti più elevati per diverse categorie come l'azionario, l'obbligazionario alternativo e gli immobiliari quotati", ha indicato, prevedendo rendimenti bassi o negativi per la maggior parte delle categorie obbligazionarie di alta qualità (con rendimenti reali negativi). "Nell'azionario, vediamo ancora opportunità di rendimenti reali positivi, come per gli immobiliari quotati e le categorie obbligazionarie a rischio più elevato". (riproduzione riservata)