Unicredit, il ceo Mustier si prepara per l'unione bancaria dei tedeschi
Unicredit, il ceo Mustier si prepara per l'unione bancaria dei tedeschi
Il top manager ha tenuto un roadshow in Germania, dimostrando un approccio al rischio contenuto, che Berenberg ha apprezzato, così come il mix buy back più cedola. Angela Merkel ha applaudito all'unione bancaria, la condizione per l'avvio dell'M&A in Europa

di Elena Dal Maso 12/11/2019 10:55

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Dopo la presentazione della trimestrale, la settimana scorsa, l'amministratore delegato di Unicredit, il francese Jean Pierre Mustier, ha fatto il roadshow in Germania, dove il gruppo controlla Hypovereinsbank. E il messaggio che ha voluto inviare ad analisti e investitori, così come raccolto da Berenberg, è un fermo e maggiore controllo del rischio e un'attenta disciplina nell'allocare il capitale.

Oggi il titolo Unicredit viaggia a sconto del 45% sul valore di libro e molti osservatori ritengono che l'azione sia sottostimata per i risultati di bilancio. Tanto che questa mattina il titolo scambia a quota 12,654 euro, in rialzo dell'1,23%, mentre Berenberg ha un target price a 16 euro.

Il discorso di Mustier, fatto venerdì scorso, si è concentrato sulla volontà del ceo di concentrarsi su aree in cui può guadagnare il costo del capitale, quelle più efficienti. Il manager francese ha anche aggiunto che se non è in grado di vedere la strada per raggiungere questo obiettivo, tanto vale la pena restituire i soldi agli azionisti.

E qui gli analisti di Berenberg si chiedono che cosa intenda fare Unicredit della partecipazione nella banca turca Yapi Kredi, svalutata per quasi 900 milioni di euro lo scorso anno. Secondo i broker, se la cedesse (per ora è considerata core business e comunque bisognerebbe trovare un acquirente), il Cet 1 ratio guadagnerebbe 80 punti base che potrebbero essere usati per il buyback. Ma nel contempo gli utili 2018 attesi dal gruppo scenderebbero dell'8%.

In ogni caso il concetto di disciplina in tutte le aree è piaciuto alla platea di investitori e analisti in Germania, perché è il linguaggio della finanza tedesca. Infatti ora le attese dei broker sono per nuove attività che inglobino una perdita attesa più contenuta e questo permetterà al gruppo internazionale di generare ritorni più stabili nel tempo.

Se si abbina questo approccio più cauto alle operazioni già in atto da tempo, ovvero il forte piano di de-risking della banca sul fronte dei crediti deteriorati e non performing e sulla riduzione dei Btp in portafoglio, come ha fatto il gruppo anche nel terzo trimestre di quest'anno, la strada che sta percorrendo il ceo Mustier è quella indicata da Olaf Scholz.

Il ministro delle Finanze tedesco ha infatti pubblicato la settimana scorsa sul Financial Times un documento in cui spiega come ora anche la Germania sia pronta a completare l'unione bancaria. E che quest'ultima ha bisogno di due premesse importanti: meno titoli di Stato in portafoglio agli istituti di credito e un Npe ratio a livelli europei, molto contenuto. Berenberg scrive che Mustier, durante il roadshow, ha specificato che l'obiettivo indicato dal ministro socialdemocratico Scholz non è facile da raggiungere e che i punti indicati nel paper dai tedeschi sono più di uno. 

Gli analisti considerano interessante il titolo, su cui confermano il rating buy, ritengono che il payout ratio per ora resterà al 30% e non salirà al 50% come, invece, qualche osservatore ha indicato. Ma che il mix cedola più buyback potrebbe essere molto più efficace per la vita dell'azione.

Intanto ieri sera la cancelliera tedesca, Angela Merkel, rispondendo a una domanda presentata nel corso della conferenza stampa congiunta con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha detto che "l'intero governo federale è del parere che l'unione bancaria debba essere portata avanti, per garantire la stabilità dell'euro". Merkel ha anche espresso soddisfazione per i miglioramenti fatti nel rendere più solida la posizione del settore bancario italiano: "Avete ottenuto dei notevoli progressi", ha sottolineato. 

Si è spesso speculato sul fatto che l'unione bancaria, grazie alla quale i capitali possono viaggiare più facilmente e con meno peso sui bilanci, sia la scintilla che il mercato si attende per avviare l'M&A in Europa. E fra i matrimoni molto chiacchierati vi è quello di Unicredit con Commerzbank, in cerca di sposo. Entrambi gli istituti hanno annunciato di recente l'applicazione dei tassi negativi per i clienti con liquidità molto importante (nel caso di Unicredit, per oltre 1 milione di euro a partire dal 2020). (riproduzione riservata)