Unicredit cede 4 miliardi di npl
Unicredit cede 4 miliardi di npl
Nello stock ci saranno diverse asset class, dalle sofferenze agli incagli In partenza i primi teaser per i fondi

di Luca Gualtieri 20/02/2020 02:00

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Unicredit vuole accelerare sulla dismissione dei crediti deteriorati, uno degli obiettivi del nuovo piano industriale presentato nel dicembre scorso. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, il gruppo guidato da Jean Pierre Mustier sarebbe pronto a cedere uno stock dal valore nominale di circa 4 miliardi suddiviso in 3/4 portafogli. I teaser sarebbero in partenza proprio in questi giorni e già diversi investitori sarebbero stati preallertati per prendere parte all’operazione. Come spesso accade, i portafogli saranno costruiti sulla base di diverse asset class, non performing loan secured e unsecured e unlikely to pay, e potrebbero finire nel mirino di diverse tipologie di investitori in base al livello di specializzazione. Sul mercato potrebbe ad esempio tornare il portafoglio di utp denominato Project Dawn che la banca aveva già cercato di vendere lo scorso anno per un nominale di circa un miliardo. L’obiettivo è chiudere i diversi processi entro la fine dell’anno per aggiungere in questo modo gli obiettivi fissati dal nuovo piano industriale Team23. La strategia prevede infatti una tabella di marcia serrata: le esposizioni creditizie deteriorate (Npe) non core dovranno scendere di 5 miliardi entro fine 2020 mentre, grazie a un costo del rischio atteso a 40 punti base nel 2023, il rapporto tra esposizioni deteriorate lorde e totale crediti lordi è atteso sotto il 3,8% nel 2023. Già negli anni scorsi peraltro Unicredit aveva effettuato parecchie cessioni sul mercato. Nel 2017 per esempio la banca aveva concluso il progetto Fino, ossia la vendita di uno stock da oltre 17 miliardi a Fortress e Pimco, peraltro poi oggetto di cartolarizzazione con garanzia pubblica (Gacs). Altri portafogli di dimensioni inferiori sono stati poi ceduti con un flusso quasi ininterrotto. Solo nella prima metà del 2019 sono stati venduti i portafogli Roma (crediti non garantiti) da 1,4 miliardi, Capri (crediti garantiti di ampia dimensione) da 300 milioni e Matera (npl garantiti) per 750 milioni.
Sempre nel campo dei crediti deteriorati, resta alta l’attenzione per cosa potrà accadere al Montepaschi. L’ipotesi su cui advisor e tecnici del Tesoro stanno lavorando con la DgComp prevederebbe la cessione di un portafoglio di non performing exposure vicino a 9,7 miliardi. Uno stock inferiore quindi rispetto alle ipotesi più ambiziose circolate nei mesi scorsi (l’asticella era stata elevata fino a 14,5 miliardi, pari all’intera esposizione deteriorata riportata nella trimestrale al 30 settembre). Anche così però l’operazione avrà un impatto decisivo sugli attivi della banca senese, riducendone la rischiosità. Sotto il profilo tecnico il portafoglio sarà trasferito ad Amco (la ex Sga) attraverso una scissione societaria che isolerà la good bank dalla bad bank. L’obiettivo è ottenere luce verde da Bruxelles per sbloccare il de-risking e tentare così di imprimere un’accelerazione all’uscita dello Stato. (riproduzione riservata)