Ubi nominerà l'advisor per valutare l'ops di Intesa e le alternative possibili
Ubi nominerà l'advisor per valutare l'ops di Intesa e le alternative possibili
Massiah: iter autorizzativo ops complesso e non scontato. Ma quali strumenti difensivi potrebbe mettere in campo Ubi? Non molti per via della passivity rule. A cambiare le carte in tavola, ha ipotizzato MF, potrebbe essere solo la presentazione di un'offerta concorrente, al momento improbabile

di Francesca Gerosa 19/02/2020 14:20

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Ubi Banca nominerà l'advisor per valutare l'ops di Intesa Sanpaolo e le alternative possibili. Il cda, riunitosi oggi, ha comunicato di aver visionato la comunicazione relativa all'offerta di Ca' de Sass e ha conferito delega al consigliere delegato, d'intesa con il presidente e sentito il vice presidente, "di nominare gli advisor finanziari e legali che assisteranno il gruppo nello svolgimento delle attività di valutazione delle informazioni finora rese pubbliche, del documento di offerta una volta disponibile, con le alternative possibili", si legge in una nota del gruppo.

In precedenza, uscendo dalla riunione del board, il consigliere di Ubi, Ferruccio Dardanello, ha ammesso che l'offerta di Intesa è "sorprendente", specificando che i termini della proposta sono attesi il 7 marzo. Dunque Ubi ha e prende tempo. D'altra parte, come anticipato da Mf-Milano Finanza, era improbabile che gli amministratori assumessero oggi una posizione formale prima della pubblicazione del prospetto. Un passaggio atteso tra un ventina di giorni. Solo allora il board potrà esprimersi sui termini dell'offerta.

"E' molto presto per trarre considerazioni ma è importante sottolineare come quest'operazione rappresenti, per il momento, solo una proposta che, prima di diventare progetto, dovrà passare attraverso un complesso, e per nulla scontato, iter autorizzativo delle autorità vigilanti e di approvazione da parte delle assemblee", ha scritto l'ad di Ubi Banca, Victor Massiah, in una lettera ai dipendenti dell'istituto.

L'ops di Intesa Sanpaolo lanciata su Ubi "non era concordata né a conoscenza del nostro cda e del nostro management", ha assicurato il banchiere, precisando che solo "al termine dell'importante giornata in cui abbiamo presentato il nostro piano industriale, accolto dal mercato e da tutti gli stakeholder con grande consenso e apprezzamento, abbiamo appreso da un comunicato stampa dell'operazione lanciata da Intesa Sanpaolo sulla nostra banca".

Ubi, ha proseguito Massiah nella lettera, "è definita nella proposta la migliore delle banche medie italiane: è qualcosa che il mercato ci ha sempre riconosciuto e di cui dovete essere orgogliosi. Detto questo, qualunque sia lo scenario futuro che ci attende, il modo migliore per poterlo affrontare è continuare a lavorare con l'impegno di sempre, senza minimamente allentare l'attenzione e la focalizzazione sugli obiettivi che ci siamo dati. Lo dobbiamo ai nostri clienti, ai nostri stakeholder e a noi stessi".

Ma quando arriverà la risposta di Ubi? Per fornire una prima indicazione Massiah ha ricordato che l'offerta sarà depositata in Consob entro, appunto, il 7 marzo. Prima dell'inizio del periodo di adesione, previsto entro fine giugno, il cda di Ubi dovrà esprimersi al riguardo, "a valle di un'adeguata istruttoria".

Ma quali strumenti difensivi potrebbe mettere in campo Ubi? Non molti per via della passivity rule, la regola che mira a salvaguardare la contendibilità delle società quotate, ha spiegato MF-Milano Finanza. La norma, prevista dal Tuf, impone infatti al cda di astenersi da manovre di contrasto come aumenti di capitale, fusioni o trasformazioni societarie volte a ostacolare l'esito dell'ops.

A cambiare le carte in tavola, ha ipotizzato MF-Milano Finanza, potrebbe essere solo la presentazione di un'offerta concorrente che di fatto riaprirebbe la partita. Uno scenario però che, al momento, appare improbabile (oggi Unicredit e Banco Bpm si sono defilate dal risiko bancario), soprattutto perché il blitz di Intesa ha colto di sorpresa tutti ed è arrivato subito dopo la presentazione, lunedì 17, del piano industriale standalone di Ubi con, al limite, la prospettiva di un merger of equals con Mps, Banco Bpm o Bper che, invece, ora potrebbe rivelare una fetta consistente della rete commerciale del gruppo lombardo.

In realtà il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros Pietro, è ottimista. Dagli azionisti di Ubi si aspetta una risposta positiva. "Diciamo così, se io fossi un azionista darei una risposta positiva vista la valutazione che il mercato ha dato (prezzo implicito a premio del 28% circa, ndr). Se fossi un azionista sarei contento di come è cambiato il valore del mio titolo dalla mattina alla sera", ha dichiarato Gros Pietro alla fine del comitato Abi, assicurando che "il legame con il territorio rimane e verrà rafforzato. Siamo una banca ambiziosa e la nostra ambizione è di far crescere l'economia dei Paesi in cui operiamo ed essenzialmente l'Italia. Grazie a quest'operazione, pensiamo di poter aumentare di 30 miliardi il finanziamento a imprese e famiglie italiane. Crediamo di poter aumentare da 50 a 60 miliardi il finanziamento di iniziative green e quindi è un legame molto concreto con il sistema economico".

Anche per Carlo Cimbri, ad e dg di UnipolSai, l'offerta di Intesa Sanpaolo per Ubi è una proposta "forte, ben studiata e ben strutturata" e soprattutto che "crea valore per gli azionisti di Ubi. C'è un premio consistente e c'è la possibilità di confluire in un gruppo bancario che negli anni ha garantito utili consistenti, più del doppio di quelli che Ubi paga attualmente". Si ricorda che UnipolSai ha sottoscritto con Intesa un accordo per la successiva acquisizione delle compagnie assicurative attualmente partecipate da Ubi (Bancassurance Popolari, Lombarda Vita e Aviva Vita).

Cimbri non si è, però, sbilanciato in merito al possibile esito dell'offerta: "giudicherà il mercato, non so cosa faranno gli azionisti Ubi o come verrà valutata dal cda di Ubi", ma "se fossi un investitore terrei in considerazione il fatto che Intesa ha dimostrato che i piani li realizza e i dividendi promessi li paga". Certo che se l'offerta di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca andrà in porto "un player importante come Bper crescerà del 50% in un colpo solo, diventando il quarto gruppo bancario italiano", ha rilevato ancora l'ad di UnipolSai, primo azionista con il 20% di Bper che nell'operazione annunciata dovrebbe rilevare 400-500 sportelli da Ubi.

Più in generale, grazie a quest'operazione ("tra privati che non ha cercato un consenso politico preventivo e con stile anglosassone, cioè tenuta assolutamente riservata finché non è stata annunciata al mercato"), il consolidamento del sistema bancario diventa "più resiliente di fronte alle eventuali difficoltà del mercato". Un segnale positivo "anche in chiave europea", ha concluso Cimbri, secondo il quale in questo modo "l'Italia inizia ad avere banche di dimensioni internazionali e forti dal punto di vista domestico". (riproduzione riservata)