La Cina sembra aver dato il colpo di grazia al bitcoin, che da lunedì languisce vicina ai minimi da gennaio, eppure gli esperti intervistati da Citi non escludono che la moneta superi i propri limiti. Alla nascita, infatti, la regina delle cripto aveva già una data di scadenza. O meglio, una cifra. 21 milioni, questo il massimo numero di bitcoin coniabili dai miner, ovvero coloro che estraggono le monete con i loro computer. Al momento ne sarebbero stati coniati 18 milioni, ma il processo diventa sempre più difficile con il tempo. Secondo le stime degli esperti, la capacità massima sarà raggiunta solo nel 2140: insomma, il bitcoin è ancora una moneta giovane.
Eppure già oggi i mercati si interrogano su che cosa potrebbe accadere all'universo creato da Satoshi Nakamoto quando la capacità coniabile sarà esaurita. "È una questione controversa", ha messo le mani avanti Ajit Tripathi, Head of Institutional Business di Aave, "ma azzarderei a dire che la rete del Bitcoin correrà un forte rischio quando tutti i 21 milioni saranno stati coniati". L'ipotesi di Tripathi è peraltro confermata da Arvind Narayanan, professore universitario di Princeton, secondo cui "il Bitcoin potrebbe non essere sicuro dopo il 2140".
Sempre che nessuno cambi le regole del gioco prima di quel momento. "La maggior parte della comunità cripto è convinta che non ci saranno mai più di 21 milioni di bitcoin" ha spiegato Tripathi, "ma io non prendo una posizione netta in merito: c'è molta matematica dietro il sistema, ma in teoria il software del bitcoin può essere cambiato".
Resta sempre il problema di come l'estensione della capacità potrebbe impattare sul valore del bitcoin, che è fortemente "basato sulla narrativa della sua scarsità", come ricordato da Tripathi. Piove sul bagnato, insomma, considerando che la moneta è già molto volatile. A quanto emerso dalle stime di Citi, la volatilità dei prezzi del bitcoin è 10 volte quella degli altri tassi di cambio. La banca d'affari ha calcolato che la volatilità media della cripto moneta è pari al 5%, mentre quella dell'euro/dollaro e del dollaro/yen si attesta allo 0,5% e quella dell'oro all’1%.
E la curva degli scorsi mesi non è incoraggiante, basti pensare che ad aprile la valuta aveva toccato il massimo di 64.802 dollari per poi crollare, poco più di un mese dopo, a 30.201 in seguito alla stretta della Cina sul mining e alla retromarcia di Elon Musk sui cripto-pagamenti. Come se non bastasse, due giorni fa la Cina ha bloccato tutte le transazioni in bitcoin, cosa che ha fatto precipitare la moneta di nuovo sotto i 32.000 dollari. Oggi la moneta recupera leggermente e si riporta a 33.938 dollari (+3,51%). (riproduzione riservata)
Comunque, Tripathi ha invitato a non dare tutto per scontato: d'altronde, ha ricordato, "è nato come strumento di pagamento alternativo, indipendente e non controllabile", di conseguenza prevederne gli sviluppi è complesso per natura. (riproduzione riservata)