Toro nichilista a Wall St.
Toro nichilista a Wall St.
Lo S&P500 è oltre i livelli di gennaio e il Nasdaq è salito del 25%. Un rialzo spinto dalla Fed. Che, secondo Goldman Sachs, potrà richiedere veloci rotazioni dei portafogli nei prossimi mesi

di Ester Corvi 08/08/2020 02:00

Ftse Mib
34.271,12 23.51.14

-0,27%

Dax 30
18.088,70 4.17.16

-0,27%

Dow Jones
38.460,92 7.08.27

-0,11%

Nasdaq
15.712,75 7.25.12

+0,10%

Euro/Dollaro
1,0710 7.30.34

+0,22%

Spread
140,44 17.29.29

+5,88

Quando la fiducia nelle previsioni economiche è bassa, a vincere sono quelli che il saggista Nassim Taleb (l’autore del Cigno nero) ha definito gli «asset antifragili», che finora si sono rivelati l’oro (+35% da gennaio) e i titoli tecnologici Usa (+25%). Come infatti fa notare Didier Saint-Georges, membro del comitato strategico di Carmignac, gli investitori hanno rafforzato il posizionamento «nei settori che prosperano in presenza di pressioni deflazionistiche nutrite dall’incertezza economica» e, all’interno di questi comparti, si sono concentrati sulle aziende che si avvantaggiano dei cambiamenti nei comportamenti dei consumatori (come l’e-commerce, il lavoro da remoto, lo streaming e la telemedicina.) tanto da aver spinto l’indice Nasdaq a nuovi massimi, oltre quota 11.100, mentre lo S&P 500, dopo aver recuperato il crollo da lockdown, è del 3,7% superiore ai livelli di inizio anno, e solo il Dow Jones è di poco sotto. Cosa accadrà adesso? se lo chiedono gli investitori, preoccupati per le crescenti tensioni fra Usa e Cina, come le recenti vicende Tiktok e WeChat dimostrano, mentre cercano di capire se andrà in porto un nuovo massiccio piano di stimoli fiscali. E se dall’economia Usa arrivano segnali favorevoli, come l’aumento del numero degli occupati, pubblicato venerdì 7, dall’altro lato l’epidemia non si ferma e la ricerca di un vaccino continua. Sullo sfondo restano poi le incognite legate all’esito delle elezioni presidenziali Usa di novembre e i recenti disordini in Libano. In uno scenario così complesso, quello che passa per la mente degli investitori è ben sintetizzato da Michael Hartnett, chief investment strategist di Bank of America, che ha scritto «sono così ribassista da essere rialzista». In un sistema drogato da massicce iniezioni di liquidità delle banche centrali, «qualsiasi crescita minima viene interpretata come una crescita massima». E il toro «nichilista» continua ad avanzare, scommettendo sulla ripresa futura e ignorando i molti ostacoli sul suo cammino. Del resto il valore delle attività finanziarie statunitensi del settore privato è pari 6,2 volte il pil, un valore che è anche un massimo storico. Il prodotto interno lordo che crollerà quest’anno non preoccupa quindi più di tanto, se la Fed continua inondare i mercati. Così come il deficit, che è arrivato al 25% del pil, per la prima volta dalla seconda guerra mondiale. Secondo Hartnett, analizzando la storia dei grandi rally dei mercati ribassisti, si arriva alla conclusione che lo S&P 500 potrà oscillare fra i massimi di 3.300 e 3.600 punti nel periodo agosto-gennaio 2021, per entrare poi in una fase di correzione nei mesi successivi, quando i temi da cavalcare saranno gli asset che beneficiano di volatilità e inflazione.

Per gli strategist di Goldman Sachs invece il mercato sottostima la possibilità che possa essere trovato un vaccino entro fine anno, con le relative conseguenze che avrebbe sull’asset allocation. A quel punto gli investitori istituzionali si sposterebbero infatti dai settori tecnologici, a quelli più tradizionali, con un impatto negativo sul Nasdaq. La corsa dei campioni come Amazon, che è salito da inizio anno del 74,5%, Apple (+55%), Microsoft (+37%), Google (+12%) e Facebook (+29%), potrebbe quindi temporaneamente arrestarsi. Molto dipenderà dall’esito dagli eventi principali che si verificheranno tre mesi da oggi, cioè come andrà l’inizio delle scuole in termini di diffusione del virus, a che punto saremo nella ricerca di un vaccino per il Covid e quale sarà il risultato delle elezioni negli Stati Uniti. Sono i tre aspetti chiave che domineranno i mercati, con il dollaro destinato a restare debole e lo S&P 500 che potrà posizionarsi intorno a quota 3390 nello scenario base e 3700 in quello più ottimista. I tassi continueranno a essere bassi e la leadership dei tecnologici non è in discussione, ma gli investitori dovranno essere pronti a rapide rotazioni dei portafogli. (riproduzione riservata)