Il Recovery Plan italiano prevede investimenti complessivi per 221,5 miliardi, di cui 191,5 dal cosiddetto dispositivo di ripresa e resilienza altri 30 dal Fondo complementare. I numeri sono contenuti nella bozza della presentazione che il premier Mario Draghi illustrerà nel prossimo consiglio dei ministri. Oggi il presidente del Consiglio incontrerà i ministri maggiormente coinvolti nel progetto i cui assi sono lo sviluppo dell’alta velocità ferroviaria e la digitalizzazione, come sottolineato dal Financial Times.
Alla missione Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura ammontano a 42,5 miliardi, pari al 22% del totale. Per le Infrastrutture e la mobilità sostenibile i miliardi a disposizione sono 25,3 miliardi, ripartiti tra alta velocità, introduzione dell'European Rail Transport Management System, potenziamento delle linee regionali.
Alla transizione energetica, come da indicazioni comunitarie, andrà il 30% del totale ossia 57 miliardi. Per la missione inclusione e coesione sono previsti 19,1 miliardi (il 10% del totale), infine per la Salute vengono stanziati 15,6 miliardi (l'8% del totale).
L'Italia sta al rush finale, abbiamo già avuto due voti in Parlamento, sono stati sentiti gli enti territoriali, il premier sarà la prossima settimana in Parlamento e rispetteremo la data di fine aprile per la presentazione e poi ci sarà la valutazione della Commissione e del Consiglio, siamo in rampa di lancio per rendere esecutivo il piano", ha spiegato il ministro Affari europei, Vincenzo Amendola.
Andando ancora più nel dettaglio alle reti ultraveloci, banda larga e 5G, sono destinati 5,2 miliardi, a cui si aggiungono altri 1,4 miliardi a valere sulla programmazione complementare. Alla transizione 4.0 andranno, invece, quasi 18,5 miliardi, 3,1 miliardi alle smart grid, 1,2 miliardi all’efficientamento degli edifici pubblici, mentre 10,2 miliardi saranno dedicati al superbonus 110%.
Il Fondo complementare, viene spiegato, utilizzerà le stesse procedure abilitanti del piano nazionale di ripresa e resilienza. Avrà, inoltre, obiettivi e scadenze temporali per ogni progetto. Le opere finanziate saranno soggette a un attento monitoraggio, come per quelle del Pnrr. L'unica differenza rilevante consiste nel fatto che non è previsto nessun obbligo di rendicontazione a Bruxelles.
Con il piano la crescita media del pil nel periodo 2022-26 sarà di 1,4 punti più alta rispetto al 2015-19 In particolare, nel 2026 il pil sarà di 3 punti percentuali più alto rispetto allo scenario di base (ossia senza il sostegno del Recovery). (riproduzione riservata)