Recovery Fund: Italia in ritardo? No, il problema è il veto di Ungheria e Polonia, Amendola a Class Cnbc
Recovery Fund: Italia in ritardo? No, il problema è il veto di Ungheria e Polonia, Amendola a Class Cnbc
Next Generation Eu e piano per la ripresa: la roadmap del Ministro per gli Affari Europei. Esclusa l’ipotesi di cancellazione del debito, la strada è quella della sostenibilità attraverso crescita e investimenti.

di Andrea Cabrini 27/11/2020 19:19

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L'Italia auspica ancora che sul Recovery Fund cada il veto di Polonia e Ungheria. È quanto sostiene il ministro degli Affari Europei Enzo Amendola, intervistato da Class Cnbc.

Domanda. Lunedì ci sarà l’Ecofin, al centro la riforma del Mes. Con che posizione arriverà il nostro paese al tavolo di confronto?

Risposta. È una trattativa che va avanti da tempo. Il Ministro dell’Economia sta seguendo i passaggi sono le ore finali. Ci sono molte questioni da discutere. Vedremo lunedì se ci sarà accordo o meno.

 

Domanda. È un problema più interno alla maggioranza, che a livello europeo. È così?

Risposta. C’è un negoziato in corso, sono Trattati di una certa complessità. Ci sono di certo elementi positivi come il backstop per l’Unione bancaria. 

 

Domanda. Continua il lavoro sul Recovery Fund. A che punto siamo su piano e governance?

Risposta. Abbiamo ricevuto il mandato dal Parlamento il 12 ottobre per le linee guida e per le principali misure da introdurre nel piano. Da quel momento abbiamo iniziato un dialogo con la Commissione e con la task force che segue l’Italia. Si tratta di un dialogo riservato e aggiorneremo presto il Parlamento. È molto importante che l’Italia abbia una governance strutturata appropriata perchè l’esecuzione deve essere rapida. 

Domanda. Si è parlato di ritardo italiano nella definizione dei progetti. È così?

Risposta. Noi seguiamo alla lettera il crono-programma della Commissione. Non a caso anche la presidente Ursula Von der Leyen è intervenuta dicendo che l’Italia è sul sentiero giusto. Abbiamo avviato, come richiesto dalla Commissione, questo dialogo informale sulla pianificazione, che sta andando avanti. Quando ci sarà la data di presentazione dei piani, l’Italia sarà pronta. In questo momento la vera causa di ritardi è il veto di Ungheria e Polonia.

Domanda. Quanto la preoccupa questo stop? Che cosa potrebbero volere in cambio Ungheria e Polonia? 

Risposta. Sono convinto che il lavoro svolto finora sia in grado di fugare ogni possibile dubbio di questi paesi. Non si tratta di una questione ideologica ma di una violazione dei Trattati. L'accordo del 21 luglio, che ha dato vita al piano Next Generation Eu, al capitolo 22-23 introduce la condizionalità sullo Stato di diritto. È il frutto di un negoziato anche con il Parlamento europeo, che ha persino introdotto la garanzia del freno d’emergenza: in caso di accusa di violazione dello Stato di diritto, si può portare la questione di fronte al Consiglio europeo. È garantita la condizionalità richiesta dall’Italia e da tutti gli altri paesi europei, ma ci sono anche delle garanzie.

Domanda. La crisi economica è adesso. Come si sta muovendo l’Europa per accelerare lo sblocco di questa situazione?

Risposta. Molto importante sarà il Consiglio europeo del 10-11 dicembre. La presidenza tedesca ha tutta la nostra fiducia nella gestione di questo dossier. Esiste anche la Corte di Giustizia europea per simili controversie. Tutti gli elementi di garanzia ci sono, spero che Polonia e Ungheria dimostrino di essere consapevoli che queste risorse servono per l'economia di tutti i 27 Stati membri. Non c'è tempo da perdere.

Domanda. Esiste, in alternativa, la possibilità di un Recovery Fund senza Polonia e Ungheria? Penso ad un accordo intergovernativo.

Risposta. Anche se molti parlano di soluzioni tecniche alternative, io credo che la via più saggia sia il Bilancio europeo, che prevede al suo interno il piano Next Generation Eu. È il pacchetto di stimolo fiscale più consistente nella storia dell'Unione europea. È un’occasione da non perdere.

Domanda. Dopo il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, anche il sottosegretario Riccardo Fraccaro ha auspicato che la Bce cancelli il debito emesso dagli Stati membri per far fronte alla pandemia. È d’accordo?

Risposta. No, io e il Ministro Gualtieri abbiamo già chiarito che la gestione del debito deve avvenire in rispetto dei Trattati. L'Italia lavora per la sostenibilità del debito, che dobbiamo far calare nei prossimi anni crescendo e rilanciando gli investimenti pubblici. Questa è la via più sostenibile.

Domanda. In questi giorni si sta tanto discutendo del periodo natalizio. Che ipotesi si stanno facendo a livello europeo? 

Risposta. L'economia della montagna è un grande patrimonio anche per l'Italia, non solo per paesi come l’Austria. In questa fase il Governo si sta concentrando sulla seconda ondata, la protezione dei cittadini è la nostra priorità. Serve un coordinamento a livello europeo, le scelte vanno fatte tutti insieme. Con alcuni paesi c'è già un intenso scambio, dobbiamo arrivare ad una scelta comune.

Domanda. Questa settimana è successo anche un fatto politico rilevante, il Centrodestra ha votato insieme alla Maggioranza lo scostamento di bilancio in Parlamento. Che cosa sta succedendo dentro la politica italiana dal suo punto di vista?

Risposta. Il voto di queste ore rende onore alle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dinanzi a quello che sta vivendo il nostro Paese, la classe politica deve mostrarsi coesa in scelte importanti come quella di fare nuovo debito. In questa fase, coesione nelle scelte più rilevanti è segno di responsabilità comune.

Domanda. Vede la possibilità di un rimescolamento a livello di Maggioranza? Sulla riforma del Mes, così come sulla questione del debito tra Pd e 5 Stelle ci sono idee talvolta diverse. Ci aspetta un rimpasto?  

Risposta. Io ho giornate piene nel coordinare il lavoro per il PNR, insieme al ministro Gualtieri, al Presidente del Consiglio e agli altri colleghi. Non ho assolutamente contezza di questioni politiche che interessano di più i partiti.

Domanda. Lei coordina il tavolo intergovernativo degli Affari europei che si sta occupando di mettere in moto il processo del Recovery Fund. Ci anticipa un progetto concreto tra quelli che sono in preparazione?

Risposta. Alcuni progetti sono già in Legge di Bilancio, ci concentriamo molto sul sostegno alle imprese e al rilancio degli investimenti per la competitività. Non a caso tra i progetti più forti c’è Transizione 4.0, l’obiettivo è far sì che il nostro settore produttivo sia sempre più forte grazie ad investimenti in tecnologie. (riproduzione riservata)