Per Bny Mellon è arrivata l'ora di un green Bund
Per Bny Mellon è arrivata l'ora di un green Bund
Secondo gli esperti della società di gestione, la Bce giovedì potrebbe inaugurare l’anno con un'agenda monetaria più verde in vista di un prossimo Qe green realizzabile anche grazie all'ingresso atteso di nuovi emittenti, a partire dalla Germania

di Paola Valentini 21/01/2020 12:32

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Al Green New Deal presentato dalla Commissione guidata da Ursula von der Leyen, la Bce potrebbe rispondere con un Qe dedicato ai green bond, proprio mentre a Davos, il forum annuale dei potenti della tera che si è aperto oggi, tiene banco la lotta al cambiamento climatico. D'altra parte la base di un possibile intervento è ampia e sta crescendo a vista d'occhio dopo che, secondo gli ultimi dati Refinitiv lo scorso anno istituzioni private e pubbliche hanno raccolto oltre 173 miliardi di dollari tramite obbligazioni verdi, il 31% in più rispetto al 2018, segnando un nuovo record.

E, non a caso, l'Europa è in prima fila. Più della metà delle emissioni a basso impatto, il 55%, arriva dall'Europa. E ora la lotta alla crisi climatica potrebbe arrivare anche a Francoforte dove dopo domani si riunirà il primo meeting del 2020 della Bce guidata da Christine Lagarde.

I gestori sono sempre più convinti che si andrà in questa direzione. "Ci aspettiamo che Christine Lagarde inauguri l’anno con un'agenda monetaria più verde. In questa nuova decade, gli investitori potrebbero vedere sul tavolo un programma di Qe green", spiega Scott Freedman, co-gestore del Bny Mellon Sustainable Global Dynamic Bond Fund.

La Banca centrale europea è in cerca di nuove opportunità di investimento, "e gli investitori", suggerisce Freedman, "dovrebbero fare lo stesso. I green bond offrono la possibilità di investire nella E, vale a dire nella componente ambientale, dei temi Esg".

D'altra parte, dopo un anno di sostenute emissioni di green bond nel 2019, "ci aspettiamo che il mercato continui a crescere rapidamente nel 2020", prosegue Freedman. Una dinamica sostenuta sia dalla domanda, dato che gli investitori soprattutto quelli più giovani, sono sempre più attenti ai temi della protezione dell'ambiente, sia dall'offerta che si svilupperà di pari passo.

"Prevediamo un aumento della domanda da parte degli investitori interessati a ottenere un’esposizione sostenibile, e da quelli che vogliono aiutare la transizione verso un mondo a basse emissioni di carbonio. Visti i timori crescenti per il cambiamento climatico, gli investitori potrebbero persino assistere a un impegno della Bce ad acquistare più emissioni verdi come parte del prossimo pacchetto di stimoli monetari", sottolinea ancora il money manager di Bny Mellon.

Sul fronte invece dell'offerta di titoli "negli anni a venire, prevediamo che ci sarà un crescente numero di progetti green bisognosi di finanziamenti, accompagnato da un aumento di società consapevoli dei benefici reputazionali che possono derivare dall’emissione di green bond. Per quanto riguarda i governi, alcuni Stati aumenteranno la quantità di green bond mentre altri entreranno per la prima volta su questo mercato", aggiunge Freedman.

Il governo tedesco, ad esempio, ha lanciato un piano decennale da 86 miliardi di euro per modernizzare ed espandere il sistema ferroviario, che include l’elettrificazione di più tratte. Il governo federale ne finanzierà 62 miliardi di euro, mentre l’azienda ferroviaria controllata dallo Stato si occuperà della parte restante.

"Mi aspetto che un ammontare significativo sia classificato come green e che il piano possa portare all’emissione del primo green Bund. L’emissione di titoli governativi green potrebbe incoraggiare più aziende domestiche a seguire l’esempio pubblico", prevede l'esperto.

Più in generale, secondo la visione di Bny Mellon, il primo meeting della Bce del 2020 darà il tono ai mercati. Anche se si prevede che le politiche monetarie resteranno relativamente accomodanti, l’incontro dovrebbe trattare anche dell’obiettivo di inflazione della banca centrale. Gli investitori staranno a vedere se ci saranno cambiamenti nel livello target o se verrà messa in agenda l’elaborazione di una nuova misura dell’inflazione.

"L'aspettativa che la Bce mantenga il proprio programma di Qe è già ampiamente incorporata nelle valutazioni. A meno che i mercati non ricevano indicazioni in senso contrario per il 2020, ci possiamo aspettare che le politiche monetarie determinino pochi movimenti sui mercati. Nel lungo termine, se la Bce resterà vigile nel proprio sostegno alla regione, il credito europeo potrebbe guadagnare appeal come opzione di investimento con minori rischi di ribassi rispetto a quelli visti nel 2019", dice Shamik Dhar, capo economista di Bny Mellon Investment Management.

Quanto agli investimenti di borsa "l'Europa ha a malapena evitato di entrare in una recessione guidata dal settore manifatturiero nel 2019, nonostante molti mercati abbiano avuto un anno solido, in linea con i cugini americani. Le azioni europee hanno un’opportunità per recuperare terreno grazie al contesto di crescita economica più stabile, seppur lenta. Ci aspettiamo che il supporto costante della Bce offra una protezione contro i ribassi più pronunciati degli indici di borsa, creando un contesto favorevole per gli investitori azionari", conclude Dhar. (riproduzione riservata)