Ora il Tesoro accelera su Mps
Ora il Tesoro accelera su Mps
In arrivo la risposta della Ue sulla cessione di 10 miliardi di deteriorati. Gualtieri non si sbilancia ma assicura l’uscita dello Stato nei tempi previsti. Quanto basta per far balzare il titolo dell’11,4%

di Luisa Leone 20/02/2020 02:00

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Il Tesoro corre ai ripari sul Monte dei Paschi. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza il ministero dell’Economia, spiazzato dalla mossa di Intesa Sanpaolo su Ubi, avrebbe in mente di premere ora l’acceleratore sul futuro di Mps, che passerà per l’uscita dello Stato (che ha il 68%) dal capitale entro il 2021. Ieri il responsabile dell’Economia, Roberto Gualtieri, si è limitato ad assicurare che «Si arriverà a una soluzione di mercato nei tempi previsti» dagli accordi con la Ue. 

Il dossier però non potrà entrare nel vivo prima che l’Europa abbia dato il suo via libera al piano messo a punto dal Tesoro per ripulire la banca senese dai crediti a rischio che ancora la appesantiscono, rendendola non appetibile in ottica di m&a. Il Mef lo sa bene e da mesi è al lavoro con la Commissione su un piano di derisking. Tra le ipotesi portate all’attenzione di Bruxelles c’è quella che prevede il trasferimento di circa 10 miliardi di crediti problematici alla società del Tesoro Amco (la ex Sga), attraverso una scissione societaria che isolerà la bad bank dalla good bank, che sarà poi messa sul mercato. «Si stanno muovendo come se dovessero fare una due diligence vera e propria», dice una fonte di governo, ma il lavoro sarebbe quasi ultimato e una risposta potrebbe arrivare, secondo i rumors, già entro la fine del mese di febbraio.
Gualtieri da canto suo è sembrato cautamente ottimista sul tema: «stiamo discutendo positivamente con la Commissione Europea su meccanismi di ulteriore pulizia della banca rispetto al suo portafoglio di crediti deteriorati. Fatto questo si arriverà ad una soluzione di mercato nei tempi previsti».
Il punto è che due dei possibili candidati a un’aggregazione con il Monte, Ubi e Bper, di fatto sono chiamati fuori dai giochi dall’ops lanciata da intesa lunedì scorso. Ieri la presidente di Banca Mps, Stefania Bariatti, interpellata a margine del comitato Abi sui possibili effetti che l’offerta di Intesa Sanpaolo per Ubi Banca potrebbe avere per la banca senese ha risposto con un secco «No comment», limitandosi poi ad aggiungere che la proposta ha sorpreso tutti.
Di fatto al momento la prospettiva, cara al governo, di creare un terzo polo bancario italiano in cui far convergere Mps sembra irrealizzabile. Ma resta aperta, almeno in teoria, la strada che porta a Banco Bpm, l’altra grande esclusa dall’operazione.
Ieri l’amministratore delegato Giuseppe Castagna ha però gettato acqua sul fuoco di possibili speculazioni in questa direzione: «Stiamo facendo» un piano «stand alone, siamo reduci da una fusione importante e andremo avanti per la nostra strada».
Ad ogni modo il mercato ha già individuato Monte dei Paschi come la prossima possibile preda nel risiko del mercato italiano innescato dall’offerta di Intesa su Ubi. Ieri il titolo ha viaggiato per tutta la seduta su livelli ben più alti del Ftse Italia, per poi chiudere con un balzo dell’11,4% a 2,11 euro%.
Intanto fondamentale per il futuro dell’istituto senese sarà anche il rinnovo del consiglio di amministrazione, in scadenza con l’approvazione del bilancio 2019, per il quale le liste dovranno essere depositate entro il prossimo 12 marzo. Secondo indiscrezioni l’attuale ad Marco Morelli non sarebbe disponibile ad accettare un nuovo mandato, che invece il Tesoro gli conferirebbe volentieri. Non è un caso forse che ieri il ministro Gualtieri ha lodato l’operato del management di Mps: «vorrei fare i complimenti all’ad e alla squadra, i dati sono molto positivi». (riproduzione riservata)