Messina: Aspi? Asset strategico, rimanga il più possibile italiano
Messina: Aspi? Asset strategico, rimanga il più possibile italiano
Il numero uno di Intesa Sanpaolo esclude, però, il coinvolgimento della banca nei dossier Autostrade per l'Italia, Alitalia ed ex Ilva: "cerchiamo redditività negli investimenti che effettuiamo". Nessuno coinvolgimento anche nella Superlega. Pronti 270 miliardi per le imprese nell'ambito del Pnrr

di Marco Capponi 22/04/2021 13:10

Ftse Mib
33.940,54 17.40.00

-0,96%

Dax 30
17.917,28 18.00.00

-0,95%

Dow Jones
38.085,80 22.20.01

-0,98%

Nasdaq
15.611,76 22.33.48

-0,64%

Euro/Dollaro
1,0730 22.18.33

+0,09%

Spread
139,26 17.29.51

-1,42

"Aspi è un asset strategico, tra Cdp e la proprietà spagnola non avrei alcun dubbio". Così l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, ha espresso la sua visione su una delle principali partite al tavolo delle contrattazioni nell'ambito delle partecipazioni statali. Parlando nel corso della presentazione del rapporto Distretti Industriali elaborato dalla banca, Messina ha poi espresso il suo parere anche sugli altri dossier al centro del dibattito delle ultime settimane, escludendo però, in linea di massima, qualsiasi ulteriore coinvolgimento da parte dell'istituto.

Alitalia, per esempio: "Come banca non facciamo gli erogatori di credito per sostenere aziende senza prospettive di rendimento", ha evidenziato il numero uno di Ca' De Sass, aggiungendo che "ormai la partita è in mano di governo e istituzioni comunitarie, con l'obiettivo di trovare soluzioni di mercato compatibili con le regole europee". Discorso analogo a quello dell'ex Ilva: "Abbiamo supportato questo operatore per anni", ha spiegato il ceo, "perché c'era un legame inscindibile con il pil del Paese". Anche in questo caso, però, "se non ci sono condizioni per un successivo cash flow non vedo margini per un ulteriore coinvolgimento di Intesa".

Ora l'istituto guarda ad altri progetti, come l'erogazione di credito alle imprese nell'ambito del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr): "Entro il 2026 pronti 270 miliardi", ha sottolineato Messina, "che rafforzino ambiti come il digitale, il green, le infrastrutture e la rigenerazione urbana". L'obiettivo è quello di valorizzare i distretti industriali, tema centrale della conferenza odierna: "Come infrastruttura finanziaria del Paese, il nostro ruolo è anche quello di essere una vera e propria banca delle filiere".

"L'Italia", ha aggiunto, "ha dei punti di forza unici in Europa, come appunto i distretti: da questi elementi bisogna partire per accelerare la ripresa, che può essere solidissima nelle prospettive industriali italiane". Anche il risparmio delle famiglie, vera peculiarità del sistema economico nazionale, "può diventare un punto di forza" se combinato agli investimenti nella crescita delle aziende, da quelle grandi alle pmi alle startup. "Ci poniamo come un acceleratore di crescita delle filiere", ha evidenziato il top manager.

In questo contesto, pieno appoggio al governo Draghi: "Durante la crisi dobbiamo trarre il massimo dal Next Gen Eu, e per questo servono reputazione, fiducia e sostenibilità del debito pubblico a bassi tassi d'interesse". Tutte caratteristiche, secondo Messina, che l'ex numero uno della Bce incarna alla perfezione. E tornando indietro al governo Conte, anche la mossa del golden power è stata apprezzata dall'ad di Ca' De Sass: "Si tratta di una regola a tutela della sicurezza nazionale, che però al contempo non impedisce di realizzare operazioni con tutti i requisiti, come quella nostra su Ubi".

Nessun interesse, invece, sul fronte della grande questione d'attualità di questi giorni, la Superlega dei club europei, che ha coinvolto nomi del calibro di Juventus, Milan e Inter. "Non siamo stati contattatati e non abbiamo avuto nessun coinvolgimento", ha concluso Messina. (riproduzione riservata)