Marzotto Sim: dividendi delle utilities ai massimi storici. Occasioni fino al 9%
Marzotto Sim: dividendi delle utilities ai massimi storici. Occasioni fino al 9%
Il mercato, quando è sotto pressione, vende tutto senza riflettere, anche titoli che stanno dimostrando bilanci solidi e resistenti al Covid. Due società che saranno leader nel trasporto dell’idrogeno, Enagas e Snam, dal 2002 hanno registrato un total retun medio annuo del 14,6%

di Elena Dal Maso 30/10/2020 12:50

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Il settore delle utilities ha toccato i massimi storici quanto a dividend yield, con rendimenti che raggiungono anche il 9%. Il dato emerge da un'analisi condotta da Nicolò Nunziata, strategist di Marzotto Sim, sul settore che, come hanno dimostrato oggi i dati di Italgas, ha visto ricavi in miglioramento rispetto al 2019 e utili in leggera discesa per maggiori investimenti nella digitalizzazione.

Eppure il settore viaggia depresso rispetto ai valori di inizio anno, anche se ha dimostrato di reggere bene l'effetto Covid nei conti. "In un contesto di mercato contraddistinto da tassi di interesse negativi o in prossimità dello zero, sarebbe razionale pensare ad un elevato interesse degli investitori per un'asset class come le utilities che è sempre stata molto correlata con i tassi di interesse", ragiona Nunziata. L'analista ricorda che in passato, "le utilities sono quasi sempre salite a fronte di tassi di interesse in discesa e, viceversa, scese in caso di rialzo dei tassi". Una delle loro caratteristiche è un'elevata stabilità e prevedibilità di ricavi e flussi di cassa, oltre ad un elevato payout che si traduce in dividendi elevati.

Perché quindi il mercato non riconosce questi punti di forza del settore? Nunziata, per esempio, ha calcolato che due società che saranno leader nel trasporto dell'idrogeno, Enagas e Snam, dal 2002 hanno registrato un total retun (performance del titolo, più dividendo) medio annuo del 14,6%. Tuttavia vi sono alcuni elementi da considerare. Il primo è che le utilities pesano molto sugli indici azionari europei e se questi vengono venduti in una fase di mercati instabili, scendono anche i titoli delle utilities.

Inoltre la mancanza di investitori attivi, in diminuzione da anni a favore degli Etf, ha tolto una parte degli aspetti decisionali all’interno dei portafogli, spiega Nunziata, secondo cui le utilities subiscono anche la concorrenza dei titoli cosiddetti green, da Siemens Gamesa a Erg e Falck. Lo strategist di Marzotto Sim ha fatto alcuni conti sui titoli del settore togliendo Enel e Acea perché hanno sensibilmente sovraperformato l'industria di
appartenenza. Snam, per esempio, ha un rapporto P/E di 11,8 al 2021 e un dividend yield del 6,3%, Enagas un P/E di 11,2 e un dividend yield del 9%, A2A un P/E di 11,15 e un dividend yield del 7,7%, Iren un P/E di 10,7 e un dividend yield del 5,11%, Italgas un P/E di 11,05 e un dividend yield del 5,75%, Terna un P/E di 14,9 e un dividend yield del 5%, Veolia un P/E di 12,6 e un dividend yield del 6%, Eon un P/E del 12,75% e un dividend yield del 5,5%.

Analizzando i risultati del primo semestre delle principali utilities europee, emergono alcuni punti interessanti. Per esempio, il lockdown ha avuto un doppio effetto negativo, dal momento che "sia impianti industriali che uffici, ovvero i soggetti mediamente più energivori, hanno consumato poco da marzo a maggio. Nonostante questo, l’impatto sul fatturato delle utilities è stato moderato", scrive Nunziata. Al contrario, l’ebitda è rimasto tendenzialmente invariato per molte società, quali Snam, A2A, Iren, perché i margini operativi sono sensibilmente saliti.

Inoltre, a settembre i dati sul consumo di elettricità in Italia forniti da Terna evidenziano consumi in linea con lo stesso mese del 2019, anche in un contesto di palese rallentamento economico. Questo implica, scrive Nunziata, "che il consumo di elettricità, a parità di Pil, è destinato ad aumentare nei prossimi anni".

Le utilities europee hanno inoltre evidenziato una buona flessibilità sui costi e gli investimenti, in un contesto complesso. E anche le società cosiddette non green stanno investendo da anni in attività più verdi con ritorni molto elevati "che da un lato aiuteranno a crescere e migliorare i margini, dall’altro permetteranno di raggiungere una quota percentuale crescente negli anni di business non inquinante", conclude Nunziata. (riproduzione riservata)