Mark Zuckerberg: così vi porterò tutti nel Metaverso. Per vivere e fare affari
Mark Zuckerberg: così vi porterò tutti nel Metaverso. Per vivere e fare affari
Entro 10 anni il nuovo mondo virtuale sarà popolato da un miliardo di persone. Il fondatore di Meta-Facebook svela i piani per dominare un business che può valere 4 mila miliardi di dollari

di Jim Cramer (Cnbc) 25/06/2022 00:14

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È una vera rivoluzione quella del metaverso, in termini di business e nella vita di tutti noi. Entro la fine del decennio l'obiettivo è di connettere alla nuova realtà oltre un miliardo di persone (che acquisteranno beni e contenuti digitali), corrispondenti ad almeno 3-4 mila miliardi di dollari di valore derivanti da quest'economia. Parola di Mark Zuckerberg, che spiega il suo progetto in questa intervista in esclusiva per Cnbc.

Domanda. Quando ho sentito che avresti dedicato tanto tempo al metaverso, mi sono preoccupato. Ho pensato potesse essere una distrazione costosa. Ma dopo quello che ho visto ieri notte indossando il visore Oculus Quest 2, mi chiedo se non sia il vostro punto forte. E' un universo che produce meraviglia, e forse diversi miliardi di dollari per gli azionisti. Sbaglio?

Risposta. Nel nostro settore sono in atto due grandi tendenze. Una è il crescente utilizzo dell'intelligenza artificiale nei social media e nella pubblicità. La seconda sarà sicuramente il metaverso. Nei 18 anni in cui ho diretto questa azienda, ho capito che le persone sono sempre alla ricerca del modo più espressivo e ricco di comunicare. Abbiamo iniziato con i messaggi di testo nel 2004, poi sono arrivati i telefoni con fotocamera e il mezzo principale è diventato la foto. Ora che le reti mobili sono diventate efficienti, siamo passati ai video. Ma questo non è il punto di arrivo: ci sarà qualcosa di ancora più coinvolgente ed è per questo che sono così concentrato su questo tipo di ambiente immersivo in cui si avverte un senso di presenza con altre persone o in altri luoghi, indipendentemente da dove ci si trova realmente. Il metaverso è quindi un concetto ampio. Non è solo realtà virtuale e aumentata, piattaforme informatiche che pure dovranno essere sviluppate per accedervi. Ma sarà anche il modo più coinvolgente e ricco con cui in futuro le persone si esprimeranno sui social media. Riguarda quindi tutto ciò che facciamo e sarà un tema cruciale per noi nel prossimo decennio.

D. Dopo ieri sera ho capito che è vero. Abbiamo fatto una riunione insieme in un giardino zen. Non ha mai provato qualcosa di così realistico: non artificiale ma neanche reale. Naturale, ma anche stravagante. È l'intelligenza artificiale a parlare o Mark Zuckerberg?

R. C'è molta tecnologia d'avanguardia in tutto questo. La caratteristica distintiva del metaverso e di queste nuove piattaforme è la capacità di far percepire il senso di presenza. Come hai appena descritto, eravamo proprio lì insieme: anche se io sono in California e tu a New York, potremmo sederci al tavolo di una sala conferenze insieme e avere la sensazione di essere a un paio di metri di distanza. Insomma, potremmo batterci i pugni o darci il cinque e stabilire un contatto visivo, cosa difficile da fare in videochat. Ci sarà un audio perfetto: se ci sono altre persone nella stanza impegnate in una conversazione diversa, potrei addirittura girarmi verso di te e sussurrare per avere un colloquio appartato, come se fossimo fisicamente nello stesso luogo. Sarà un concentrato di tecnologia a creare questo senso realistico di presenza, in gran parte frutto di un'avanzata ingegneria dei sistemi software e di una solida ingegneria dell'hardware. Per poter offrire davvero queste esperienze nei prossimi anni, dobbiamo quindi sviluppare un pacchetto completo, dall'hardware al software, per poi aggiungere una serie di esperienze. Ma possiamo permetterci gli investimenti necessari in ricerca e sviluppo a lungo termine per raggiungere l'obiettivo. Senza tuttavia trascurare l'attività principale dei social media né il business pubblicitario.

D. Sarà possibile andare in un negozio, provare i vestiti e acquistarli per il mio avatar?

R. Sì, è questa l'idea. La nostra stella polare è portare entro la fine del decennio un miliardo di persone nel metaverso, ciascuna delle quali spenderà centinaia di dollari per comprare prodotti, contenuti digitali e altri beni per comunicare ed esprimere la propria personalità al meglio. Potrà trattarsi di abbigliamento per l'avatar, di beni digitali per la casa virtuale, di oggetti per decorare la sala conferenze virtuale o di servizi per diventare più produttivi nella realtà virtuale aumentata e nel metaverso in generale. Intorno al metaverso graviterà quindi un mercato enorme, che creerà grandi opportunità per i creatori. Ecco perché mi sentite parlare con così tanto entusiasmo di economia dei cosiddetti creatori, ossia di un mondo dove milioni di persone potranno svolgere un lavoro creativo che li renda felici, anziché fare un mestiere solo per portare a casa uno stipendio. Penso che sarà un'opportunità enorme, anche per noi. La nostra strategia nel tempo è stato anzitutto sviluppare servizi, e poi di raggiungere il maggior numero di persone possibile – uno, due e infine tre miliardi - per poi trasformarli in business. L'abbiamo fatto con Facebook e Instagram, mentre WhatsApp sarà il prossimo capitolo con la messaggistica aziendale e l'e-commerce. Ma poi anche il metaverso e tutto il mercato e i beni digitali che vi ruotano attorno diventeranno una parte importante del nostro giro d'affari, specie a partire dalla seconda metà del decennio.

D. Hai detto che ci vorrà del tempo e che i creatori non dovranno condividere i loro ricavi con Meta fino al 2024. Pensavo sarebbe stato più veloce, ma allo stesso tempo ero preoccupato per la creazione di diseguaglianze. Come possiamo essere sicuri che ci sia eguaglianza nel metaverso?

R. Stiamo lavorando per avere un'ampia base di creatori di esperienze – sia per ragioni di eguaglianza sia francamente per motivi opportunistici. È fondamentale infatti che nel metaverso possano entrare quante più persone possibili in tutto il mondo. Stiamo quindi lavorando con tutti i tipi di creatori per fare in modo che abbiano tutti gli strumenti per arricchire il metaverso di esperienze variegate. Vogliamo portare a bordo persone diverse sin dall'inizio. Quanto al tempo che servirà per riuscirci, è un problema di scala. Oculus Quest 2 è stata un successo e ne sono felice. Servirà però tempo per portare centinaia di milioni o miliardi di persone sul metaverso, raggiungendo i numeri delle altre nostre app e servizi che hanno al momento un'altra dimensione.

D. Sono convinto che con il metaverso si possano guadagnare molti miliardi di dollari. Ma se arrivasse una recessione, per voi sarebbe la prima da che siete quotati. Ti preoccupano i possibili effetti sulla pubblicità?

R. Negli anni passati con la nostra società abbiamo già superato altre crisi e nel caso faremo il necessario per affrontare anche questa. Due tendenze di fondo guidano oggi il nostro business. Il metaverso è quella di più lungo periodo, l'intelligenza artificiale è quella di breve termine che stiamo cavalcando con tutti i nostri servizi. L'AI ci permette di classificare e offrire agli utenti dei social media i contenuti migliori come i Reels, il nuovo servizio di video brevi che stiamo costruendo. Gli utenti di Instagram spendono già il 20% del tempo su Reels e quelli di Facebook guardano video per oltre il 50% del tempo, con una visione significativa e crescente di Reels. Classificare questi contenuti è molto importante per l'attività pubblicitaria e l'AI ci consente di mostrare agli utenti gli annunci più interessanti e in linea con i loro interessi. L'AI migliora insomma tutti i servizi e quindi ci investiremo ancora molto, un impegno finanziario che dovremo sicuramente calibrare in caso di crisi, ma sempre spendendo molto in quest'ambito. Abbiamo appena portato online l'AI research supercluster, che siamo convinti sarà il più veloce supercomputer di AI, e che consentirà ai nostri ricercatori di costruire modelli migliori di classificazione e raccomandazione per i contenuti social e pubblicitari.

D. TikTok ha un potenziale incredibile, ma uso i Reels a fini commerciali e trovo sia di gran lunga migliorati. Merito dell'AI?

R. Sì e continuerà a dare buoni risultati. Vediamo due trend in questo settore. Il primo è la crescita dei video, frutto del fatto che le persone vogliono generare e consumare contenuti più coinvolgenti. Penso che in futuro arriveremo ai contenuti immersivi, ma per ora il video resta il media più importante e in evoluzione. Prima la maggior parte dei contenuti mostrati su Instagram e Facebook proveniva da amici e persone seguite, ora è sempre più spesso l'intelligenza artificiale a pescare in tutto l'universo social e diventa ogni giorno più efficace nella selezione. Sulla base di ciò che sa di te, il nostro sistema di AI è in grado di scegliere quello che ti interessa, che vuoi conoscere o che desideri vedere. I nostri ingegneri affinano questi modelli ogni settimana. La pertinenza dei contenuti aumenta così di qualche punto percentuale di settimana in settimana. Una delle mie priorità è sempre stata del resto costruire una società capace di migliorare continuamente e rapidamente. Il fatto che Reels occupi già il 20% del tempo passato su Instagram è un gran risultato, ma è solo l'inizio.

D. C'è chi dice che Meta sia troppo dipendente da Apple che con i suoi limiti di privacy sta affossando il titolo Meta. Se – come pare – svilupperete il vostro sistema operativo nel metaverso, questa preoccupazione scomparirà?

R. Nel lungo termine dovremo integrare hardware, sistema operativo e servizi per poter offrire le esperienze che abbiamo in mente. E' una parte importante dell'investimento che stiamo facendo sul metaverso e gli investimenti in IA andranno nella stessa direzione, consentendoci di costruire un nuovo pilastro di attività e di rafforzarci per i prossimi uno o due decenni. Al momento, però, ciò che traina i risultati e migliora i servizi giorno per giorno è l'enorme e rapido miglioramento del lavoro dell'AI a vantaggio di utenti e inserzionisti pubblicitari.

D. Quando ho conosciuto il tuo team, Sheryl Sandberg stava aiutando le piccole imprese, dando soprattutto supporto a quelle meno capitalizzate e fondate da minoranze. E' stato un ruolo cruciale, non solo ovviamente per Facebook, ma per il Paese. Forse più importante dell'attività pubblicitaria a cui era normalmente associata. Può essere sostituita dato che era il cuore e l'anima di Facebook?

R. È davvero la fine di un'era. Difficile esprimere quanto Sheryl abbia fatto per noi. Non ha solo costruito e organizzato l'attività pubblicitaria, ma ha creato una cultura manageriale. Mi ha insegnato a essere un manager e un capo così come al resto del nostro team manageriale. È una donna incredibile, e sono contento che rimanga nel nostro cda per chiederle consiglio. Ma non c'è dubbio che guidare la società senza di lei sarà completamente diverso. Oggi non ha senso sostituire il suo ruolo per due ragioni. La prima è che è una persona non sostituibile: è una superstar e per così dire ha plasmato il suo ruolo a suo modo. Oggi poi siamo in una situazione diversa, in cui non ha più senso avere una divisione che fa ingegneria e prodotto e l'altra che fa attività commerciale. Penso che le due debbano esser molto più collegate, unendo le funzioni di business e operative con quelle di prodotto per avere una società più integrata più funzionale. Javier Olivan che ha avuto un ruolo importante sempre nella società e sta gestendo tutte le divisioni di ingegneria di prodotto e commerciali, sarà di fatto il numero due. Chris Cox, che ha fatto tanto sui Reels, avrà invece tutta la gestione dei prodotti. Questa nuova struttura permette maggiore integrazione combinando la parte operativa e quella di prodotto. Non è più come prima quando una divisione scriveva i codici e poi Sheryl li trasformava in business.

D. La stampa però sostiene che siano in corso indagini interne su Sandberg e che questa sia la ragione del suo addio.

R. Non credo che le indiscrezioni abbiano contribuito al suo addio alla società. Io non ho che gratitudine per il lavoro che ha fatto nella nostra società. Rimarrà nel nostro cda, è una manager-chiave, è un'amica cara. Posso fare l'elenco di quello che lei ha fatto, ma è praticamente impossibile dire quanto lei sia stata importante per questa società e per me personalmente. Ho letto ovviamente gli articoli che sono usciti. Di fronte a simili accuse, è importante capire cosa è successo. Ma da parte nostra c'è solo gratitudine per il valore che Sheryl ha creato.

D. C'è molta attenzione su di voi perché in passato molte cose non sono proprio andate come dovevano. Il controllo parentale allo studio per il metaverso mi pare robusto. Avete imparato una lezione con Facebook e quindi siete pronti a fare in modo di non ripetere gli errori nella costruzione del metaverso? C'è il rischio che qualcuno dica «io sto meglio nel metaverso» e non torni alla vita vera?

R. Negli ultimi anni ho imparato che bisogna creare sin dall'inizio delle reti di sicurezza, dei controlli. Dobbiamo lavorare con tutti gli stakeholder, con tutti i regolatori, con gli esperti, per capire quali debbano essere questi controlli. E lo possiamo fare perché stiamo creando il Metaverso dal nulla. Nella nostra piattaforma social Horizon, per esempio, abbiamo inserito una funzione «personal boundry», cioè limite personale, che crea uno spazio dove le altre persone non possono entrare. Puoi eliminare il confine se vuoi che altri utenti si avvicinino oppure puoi bloccarli o farli sparire se ti stanno disturbando. Molte persone vorrebbero poterlo fare anche nel mondo reale dove però non è possibile. Ed è solo l'inizio.

D. Continuerete a fare buyback di vostre azioni ora che dovrete investire nel metaverso? Diversi articoli sostengono che possano emergere 3-4 mila miliardi di valore dal metaverso. Qual è la cosa giusta da fare per gli azionisti di Meta?

R. Investiremo nel lungo periodo nel Metaverso perché questo è il prossimo mezzo di comunicazione, ed è la cosa giusta per gli azionisti e per la società: credo che creeremo grandissimi prodotti. Investiremo anche molto nell'intelligenza artificiale perché questa infrastruttura potrà rendere molto e migliorare l'esperienza e la pubblicità su Facebook e su Instagram. Siamo comunque piuttosto profittevoli e abbiamo abbastanza capitale per investire in ricerca e sviluppo per l'AI e per il metaverso e allo stesso tempo remunerare gli azionisti. (riproduzione riservata)