La Roma lascia perdere lo stadio di Pallotta
La Roma lascia perdere lo stadio di Pallotta
Per Friedkin non ci sono i presupposti per realizzare il progetto. Conti in rosso per 74,8 milioni, in miglioramento rispetto allo scorso anno

di Mauro Romano 26/02/2021 20:24

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Tramonta il progetto dello stadio della Roma, o almeno nella versione targata James Pallotta. "Non ci sono i presupposti per realizzare" l'opera, spiega il club giallorosso nel comunicato al termine del consiglio d'amministrazione, che ha approvato i conti semestrali, chiusi con una perdita di 74,8 milioni di euro, in miglioramento di 12,18 milioni rispetto al rosso di 86,96 milioni dello stesso periodo del 2019-2020.

"Sulla base degli approfondimenti condotti da advisor finanziari, notarili e legali di primario standing, nonché alla luce delle ultime comunicazioni di Roma Capitale, non sussistono più i presupposti per confermare l’interesse all’utilizzo dello stadio da realizzarsi nell’ambito dell’attuale progetto immobiliare relativo all’area di Tor Di Valle, essendo quest’ultimo progetto divenuto di impossibile esecuzione" spiega la società di proprietà della famiglia Friedkin, in merito al progetto predisposto dalla precedente gestione.

La nuova proprietà conferma tuttavia di non voler abbandonare la possibilità di avere un proprio impianto. Nei mesi scorsi l'industriale statunitense, subentrato in agosto a Pallotta, aveva preso contatto con Radovan Vitek, l'imprenditore ceco che ha rilevato Ernova, società che faceva capo a Luca Parnasi e che ha in portafoglio i terreni di Tor di Valle, dove sarebbe dovuto sorgere l'impianto. Qualcosa però si è inceppato anche se restano in campo al tre ipotesi. La stessa Tro di Valle addirittura, mantenendo i contatti con il Campidoglio, la Regione e le altre istituzioni.

Nei mesi scorsi gli emissari di Friedkin avevano comunque già sondanto anche altre opzioni per capire quale zona sia più adatta all’intervento immobiliare. In particolare, le riflessioni in corso riguardano un’area a Fiumicino e un’altra a Tor Vergata, quest’ultima di proprietà del costruttore ed editore Francesco Gaetano Caltagirone.

L'era di Dan Friedkin alla Roma si era aperta a dicembre con il via libera, come azionista di riferimento, al rafforzamento patrimoniale da 210 milioni necessario per rimettere in carreggiata i conti.

L'aumento si è reso necessario, perché la Roma si era venuta a trovare nella situazione prevista dall'articolo 2447 (abbattimento e ricostituzione del capitale), per le perdite registrate e cumulate durante la gestione Pallotta. 

Tornando ai conti, la società ha visto i ricavi, al netto della gestione del parco calciatori. in aumento a 98,6 milioni, mentre i costi di gestione si sono ridotti a 19,71 milioni (29,26 milioni).

I ricavi derivanti dalla gestione dei calciatori si sono attestati invece a 17,7 milioni (16,98 milioni nel primo semestre 2029-2020). L'indebitamento finanziario consolidato adjusted, al 31 dicembre, era invece pari a 247,9 milioni di euro (299,7 milioni di euro al 30 giugno 2020). (riproduzione riservata)