La Gran Bretagna al voto diventa il trading di Natale
La Gran Bretagna al voto diventa il trading di Natale
La Gran Bretagna al voto domani, 12 dicembre, rappresenta per i trader e gestori hedge l'ultima opportunità di trading pre natalizio in un mercato in cui la volatilità è ancora una volta la grande assente. Sterlina protagonista delle scommesse da sondaggio

di Roberta Castellarin 11/12/2019 12:37

Ftse Mib
33.922,16 7.59.45

+0,12%

Dax 30
17.737,36 23.50.49

-0,56%

Dow Jones
37.986,40 17.47.37

+0,56%

Nasdaq
15.281,86 23.50.49

-2,05%

Euro/Dollaro
1,0657 23.00.33

-0,01%

Spread
143,06 17.30.12

+0,44

La Gran Bretagna al voto domani, 12 dicembre, rappresenta per i trader e gestori hedge l'ultima opportunità di trading pre natalizio in un mercato in cui la volatilità è ancora una volta la grande assente. Tra le valute, infatti, solo la sterlina sta vivendo un'altalena di alti e bassi, mentre le altre valute del G10 sono ferme da tempo. A partire dal cambio euro/dollaro incollato a quota 1,1. La stesso indice della borsa di Londra Ftse 100 mostra una performance da Cenerentola da inizio anno, +7%, rispetto all'Msci globale che è salito del 23%. Fanno invece eccezione i titoli di Stato Gilt che sembrano insensibili alle notizie che arrivano dai sondaggi elettorali e che non hanno risentito più di tanto della volatilità portata dal voto sulla Brexit dal 2016 in poi. Ma d'altronde proprio i Gilt possono apparire un rifugio contro il caos provocato proprio dall'accidendato percorso di uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea. Proprio a causa della Brexit è la terza volta in quattro anni che si vota nel Regno Unito ed è la prima volta dal 1923 che le elezioni si tengono nel mese di dicembre. 

Sottolineano da TD Securities in un report intitolato "Uk election: the last Mile": "Le elezioni del giovedì nel Regno Unito sono state definite le elezioni più importanti per un'intera generazione in quanto potrebbe decidere il percorso per la Brexit nel 2020 e oltre". Il team guidato dall'head of global macro strategy scrive: " Il nostro caso di base è che i conservatori mantengano il potere con una maggioranza rimpinguata di almeno 36 voti, consentendo loro di approvare le leggi proposte dal governo con un comodo margine, compreso l'accordo di recesso Brexit senza dover dipendere sul sostegno di altre parti o fazioni ribelli all'interno dei conservatori".

In questo scenario la sterlina, che oggi si è leggermente indebolita e tratta sopra 1,31 a 1,3134, "dopo il forte aumento nelle ultime settimane, riteniamo che il cambio nel nostro case base abbia un prezzo pieno o molto vicino ad esso. La conferma di una solida maggioranza di Tory può vedere un sussulto, ma è vulnerabile perché ci sarà chi vuole prendere profitti e chiudere le vecchie posizioni una volta che il risultato delle elezioni è noto". Sui Gilt gli esperti di TD Securities scrivono: "I Gilt hanno visto una reazione piuttosto limitata ai sondaggi elettorali. In vista del voto di giovedì, prevediamo che continuerà un approccio piuttosto cauto, tuttavia, una chiara maggioranza conservatrice potrebbe portare a un sell-off di tutta la curva, con il Gilt decennale che potrebbe vedere il rendimento crescere di 8-10 punti base se il nostro caso di base si materializza".

Intanto il premier britannico uscente, Boris Johnson, è sulla buona strada per ottenere una maggioranza di 28 seggi alla Camera dei Comuni, secondo quanto emerge da un nuovo sondaggio realizzato da YouGov per Sky News, che sottolinea però anche che il vantaggio del partito conservatore si è ridotto nelle ultime due settimane.

Il sondaggio, realizzato intervistando 105.612 persone negli ultimi sette giorni in tutti i seggi della Gran Bretagna, vede i conservatori verso la vittoria di 339 seggi, ovvero 21 seggi in più rispetto a quelli guadagnati nelle ultime elezioni generali del 2017. Il partito laburista è invece in calo, di 31 seggi a quota 231, il partito nazionalista guadagna 6 seggi arrivando a 41, i liberaldemocratici passano da 3 a 15 e il Plaid Cymru e i Green mantengono invece, rispettivamente quattro deputati e uno soltanto.

Secondo YouGov i risultati mostrano che non è possibile escludere un la possibilità di un Parlamento senza maggioranza dopo le elezioni di domani o, in alternativa, uno con una solida maggioranza dei Tory. Il modello ha un margine di errore e prevede tra i 311 e i 367 seggi per il partito conservatore, il che significa che queste elezioni potrebbero concludersi senza una maggioranza sulla base di questi risultati, con i Tory come il primo partito.

Una maggioranza di 28 seggi per i conservatori rappresenterebbe comunque un miglioramento per i Labour rispetto all'ultimo sondaggio Mrp realizzato da YouGov due settimane fa, che prevedeva una maggioranza di 68 deputati per i Tory, ovvero più del doppio della cifra attuale.

Il primo ministro, rispondendo a chi gli chiedeva di commentare la riduzione del margine di vantaggio del partito conservatore su quello laburista ha detto che "non potrebbe essere una situazione più critica, non potrebbe essere un margine più ridotto. Dico solo a tutti che il rischio di finire domani nuovamente con un Parlamento senza maggioranza è molto reale. Questo genera nuovi tentennamenti e ritardi e più paralisi per questo Paese".

Il cambiamento del risultato nelle ultime due settimane è derivato da un piccolo aumento della quota di elettori che hanno dichiarato di votare per il partito laburista e da una piccola riduzione della percentuale di voto per i liberaldemocratici.

Secondo il sondaggio i Tory otterranno il 42,6% dei voti, in calo rispetto al 43,4% nelle elezioni generali del 2017, i laburisti il 33,8%, meno del 41% della precedente tornata elettorale, i liberaldemocratici il 13,6%, in aumento rispetto al 7,6% del 2017, e il Brexit Party il 3,1%. (riproduzione riservata)