La Fed preme sull'acceleratore
La Fed preme sull'acceleratore
La Banca centrale americana, per sostenere l'economia in questo momento di emergenza, ha allentato temporaneamente i requisiti di capitale per le grandi banche, così da allentare lo stress che si registra sul mercato dei Treasury, incoraggiando le banche a fornire prestiti. Inoltre ha acquistato più Treasuries nel giro di tre settimane rispetto a quanto abbia fatto nei peggiori 12 mesi dopo la crisi finanziaria.

di Francesca Gerosa 02/04/2020 12:05

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La Federal Reserve ha agito rapidamente per far fronte alle ripercussioni della crisi economica a causa del Covid-19. Anche l'amministrazione Usa ha agito con forza con il Cares Act recentemente approvato, ha sottolineato il presidente della Federal Reserve di Boston, Eric Rosengren, e "dobbiamo continuare ad adattarci man mano che la crisi procede, con costante attenzione alla difficile situazione dei lavoratori che sono stati o saranno licenziati". Rosengren ha previsto che "il tasso di disoccupazione aumenterà drasticamente".

Oggi alle 14:30 verrà pubblicato il dato sulle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti che, secondo gli strategist di Unicredit, dovrebbero salire a 4 milioni o più dopo aver toccato quota 3,3 milioni la scorsa ottava, più del quadruplo del precedente massimo del 1982. Se la lettura dovesse rimanere pari a circa 3 milioni a settimana per un mese, il tasso di disoccupazione dovrebbe aumentare oltre il 10% dall'attuale 3,5%, hanno stimato a Unicredit.

Intanto la Fed, per sostenere l'economia reale in questo momento di emergenza, nella notte italiana ha allentato temporaneamente i requisiti di capitale per le grandi banche, così da permettere di escludere alcuni investimenti dal calcolo per i requisiti. La mossa da parte della Banca centrale americana punta ad allentare lo stress che si registra sul mercato dei Treasury, incoraggiando le banche a fornire prestiti. La misura sarà in vigore fino al 31 marzo 2021. Le banche potranno, quindi, escludere Treasury e riserve dagli asset dal calcolo del leverage ratio (rapporto di leva finanziaria). La decisione, hanno spiegato gli analisti di Unicredit, "renderà per le banche più conveniente avere in portafoglio i bond Usa".

La mossa, ha spiegato la Fed, è pensata affinché  le banche possano continuare a servire gli intermediari finanziari e non a permettere agli istituti di credito di incrementare la distribuzione di capitale, quindi non per buy back azionari o dividendi ma per fornire liquidità a famiglie e aziende. Il leverage ratio supplementare (SLR) che si applica alle grandi banche con asset superiori ai 250 miliardi di dollari è stato creato dalla Banca centrale americana dopo la crisi finanziaria del 2007-2009.

Per Christopher Jeffery, Head of Inflation and Rates Strategy di Legal & General Investment Management, la Federal Reserve sta premendo sull'acceleratore: ha acquistato più Treasuries nel giro di tre settimane rispetto a quanto abbia fatto nei peggiori 12 mesi dopo la crisi finanziaria. Questo dopo aver tagliato i tassi di interesse di 150 punti base e ricominciato il suo programma di quantitative easing. Si sono viste inversioni a U simili nelle politiche, sebbene meno drammatiche, in tutto il mondo.

"Sono da notare soprattutto l'ampiezza e la profondità degli interventi che sono stati necessari per stabilizzare i mercati finanziari. Abbiamo visto operazioni di pronti contro termine (prestito titoli dalla Fed); abbiamo visto nuove "strutture" per sostenere i mercati monetari e il mercato obbligazionario corporate. Siamo ancora in attesa di dettagli sul "Main Street Lending Facility" che supporterà i prestiti bancari", ha osservato Jeffery.

Tuttavia, anche la politica "convenzionalmente non convenzionale" di acquisto di titoli di Stato è stata notevole nella sua portata. Il 12 marzo, la Fed ha rilevato "perturbazioni del tutto inusuali nei mercati dei Treasuries" che hanno dovuto essere riparate. Le crepe che si erano verificate nel mercato dei Treasuries degli Stati Uniti includevano un'ampia volatilità giornaliera nei rendimenti dei titoli di Stato; un crollo della liquidità lungo la curva (ma più pronunciato sulle scadenze lunghe); un crollo del prezzo della "compensazione dell'inflazione" incorporata nei Treasury Inflation Protected Securities (TIPS); il tasso di interesse in forte aumento sul debito pubblico rispetto agli swap su tassi di interesse della stessa scadenza.

Notando questi problemi, la Fed ha attuato un intervento davvero massiccio. Dal 12 marzo al 3 aprile, la Banca centrale ha in programma di acquistare 1 trilione di dollari di titoli di Stato Usa. All'indomani della crisi finanziaria, il ritmo di tali acquisti ha raggiunto un picco di 870 miliardi di dollari all'anno in 12 mesi fino ad agosto 2011. "Vale la pena ripetere: la Fed ha acquistato più Treasuries nel giro di tre settimane rispetto a quanto abbia fatto nei peggiori 12 mesi dopo la crisi finanziaria. Infatti, alla fine di febbraio, la Fed deteneva poco più di 2 trilioni di dollari di Treasuries, obbligazioni e TIPS americani. Tutto questo è aumentato del 50% nell'arco di due settimane", ha osservato l'Head of Inflation and Rates Strategy di Legal & General Investment Management.

Alla fine di febbraio, il valore totale di titoli, obbligazioni e TIPS emessi dal governo degli Stati Uniti è stato di 14 trilioni di dollari. La Fed già deteneva 2 trilioni. In brevissimo tempo, ha acquistato l'8% del rimanente. "Lo stimolo fiscale recentemente approvato dal Congresso porterà plausibilmente a 2 trilioni di dollari di emissioni aggiuntive nei prossimi 12 mesi. La Fed ha già acquistato metà di tale valore", ha precisato Jeffery. A economisti e market strategist piace parlare del "doppio mandato" della Federal Reserve, "ma ciò riflette una scarsa comprensione della sua funzione. Il Federal Reserve Act definisce invece esplicitamente il suo ruolo: "promuovere efficacemente gli obiettivi di massima occupazione, prezzi stabili e tassi di interesse moderati a lungo termine", ha concluso l'esperto. (riproduzione riservata)