Kos, la riabilitazione sostiene il business colpito dalle Rsa
Kos, la riabilitazione sostiene il business colpito dalle Rsa
I numeri del primo gruppo privato del settore sanitario in Italia reggono per la ripresa nel terzo trimestre. Pesano i minori introiti generati dal business delle residenze sanitarie che hanno registrato costi importanti per il Covid-19. Ma che sono tornate a ospitare pazienti. Tiene la Germania

di Andrea Montanari 30/10/2020 17:53

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Il Covid-19 ha avuto un impatto diretto sui conti di Kos, il principale operatore privato nel settore sanitario e assistenziale in Italia con 92 strutture gestite sul mercato italiano (8.700 posti letto), alle quali si aggiungono le 48 in Germania e quelle in altri due mercati. La società controllata (62,7%) da Cir, la holding della famiglia De Benedetti e partecipata da F2i (37,3%) ha archiviato i nove mesi con ricavi che sono aumentati del 23,7% a 468,8 milioni - ma il dato dello scorso anno non consolidava la tedesca Charleston acquisita nell'ottobre 2019 -, ma un ebitda calato da 44,2 a 26,8 milioni e un utile diminuito da 23,5 a 4,9 milioni.

Sui margini hanno pesato in particolar modo: "il calo degli ospiti e pazienti in Italia per l’emergenza Covid-19" oltre ai "maggiori costi sostenuti in misure di protezione per far fronte e contenere gli effetti della pandemia", viene specificato dalla capogruppo Cir che ha chiuso il periodo gennaio-settembre con un giro d'affari di 1,33 miliardi (-13%), un ebitda di 174,2 milioni (-13,7%), un ebit di 12,9 milioni rispetto ai 66 milioni del 30 settembre 2019 e una perdita di 20,2 milioni che si confronta con un utile di 5,4 milioni registrato nello stesso periodo dello scorso esercizio. Mentre la posizione finanziaria netta della capogruppo è positiva per 384 milioni, in aumento rispetto al dato di fine 2019, 295,7 milioni. 

L'attività della societò guidata dall'ad Giuseppe Vailati Venturi, "ha risentito dell’emergenza sanitaria in tutti i settori, con un significativo impatto sull’andamento economico". Nel dettaglio, nelle rsa italiane il focus è stato "sulla difficile gestione dell’emergenza sanitaria e i nuovi ingressi sono stati bloccati per diversi mesi" Così, solo a partire da luglio "gli ingressi sono ripresi e il numero degli ospiti si è stabilizzato, ma il numero di ospiti è significativamente inferiore al 2019".

Situazione diversa in Germania dove "l'impatto della pandemia è stato decisamente minore dal punto di vista sanitario e pertanto anche la riduzione del numero degli ospiti è stata più contenuta che in Italia". Mentre nelle strutture di riabilitazione se "nel primo semestre si è registrata una diminuzione dei pazienti a seguito del rallentamento della normale attività ospedaliera, in un contesto di stress del sistema sanitario, e le attività ambulatoriali sono state sospese o fortemente ridotte così come l’attività di diagnostica", nel corso del terzo trimestre 2vi è stato un vigoroso recupero, con prestazioni in crescita rispetto al corrispondente periodo del 2019".

Kos che oltre a rsa e strutture di riabilitazione gestisce 13 comunità terapeutiche psichiatriche, sette cliniche psichiatriche e due ospedali, oltre a 25 centri ambulatoriali di riabilitazione e diagnostica e 29 sedi di service per diagnostica e terapia, prevede che in assenza di un nuovo stop dell'attività ospedaliera ordinaria, il business della riabilitazione "possa consolidare il recupero osservato nel terzo trimestre". Mentre per quel che attiene alla residenze sanitarie, a breve è plausibile che "il numero di ospiti permanga inferiore alle medie storiche". Mentre, la società proseguirà a sostenere "costi aggiuntivi per fare fronte all’emergenza".

A differenza di quanto avviene in Italia, in Germania il settore delle rsa, già "meno colpito dalla pandemia in termini di livello di attività", è "sostenuto economicamente dal sistema pubblico" e quindi, per fine anno "dovrebbe riportare risultati in linea con le aspettative, proseguendo nel proprio programma di miglioramento operativo e reddituale". Per tale ragione, il managemente della controllante Cir, guidata dall'ad Monica Mondardini, ritiene che "in questo difficile contesto si prevede che sull’intero esercizio l'ebit possa risultare non inferiore a quello registrato nei primi nove mesi". (riproduzione riservata)