Knot: la Bce ha spazio per ridurre il tasso sui depositi
Knot: la Bce ha spazio per ridurre il tasso sui depositi
"Ma chiaramente questo andrebbe visto in concomitanza con la nostra posizione di politica monetaria complessiva", ha precisato il membro del consiglio direttivo della Bce. Pimco, in assenza di un'apocalisse zombie, non si aspetta alcuna decisione significativa in materia di politica monetaria nella prima metà dell'anno. La riunione di settembre può essere interessante

di Francesca Gerosa 27/01/2021 13:40

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La Banca centrale europea ha margine per ridurre ulteriormente il tasso sui depositi qualora fosse necessario a migliorare le condizioni di finanziamento e raggiungere il target di inflazione. È quanto ha affermato oggi Klaas Knot, componente del consiglio direttivo della Bce e governatore della banca centrale olandese. "C'è ancora margine per ridurre i tassi", ha detto Knot in un'intervista a Bloomberg Tv, citato dall'agenzia Reuters. "Ma chiaramente questo andrebbe visto in concomitanza con la nostra posizione di politica monetaria complessiva, che viene determinata da molteplici strumenti". Knot ha inoltre aggiunto che la Bce ha gli strumenti per intervenire sul rafforzamento dell'euro.

Lo scorso 21 gennaio, nell'ultima riunione, la Bce ha mantenuto lo status quo. Ha confermato tutti i livelli dei tassi di interesse ufficiali nell'area euro: zero sulle operazioni principali di rifinanziamento, 0,25% sulle operazioni marginali e -0,50% sui depositi presso di essa delle banche commerciali. Il Consiglio direttivo ha ribadito che si attende che i tassi "si mantengano su livelli pari o inferiori a quelli attuali finché non vedrà le prospettive di inflazione convergere saldamente su un livello sufficientemente prossimo ma inferiore al 2% nel suo orizzonte di proiezione e tale convergenza non si rifletterà in maniera coerente nelle dinamiche dell'inflazione di fondo".

Una decisione in linea con le attese degli economisti come quella di confermare a 1.850 miliardi di euro la dotazione del programma di acquisti di titoli anticrisi Pepp (Programma di acquisto per l'emergenza pandemica) con una durata prevista che resta fissata fino ad "almeno fine marzo 2022" e, in ogni caso, finché non riterrà conclusa la fase critica legata al coronavirus. A fine 2020 la Bce ha deciso di ricaricare con altri 500 miliardi di euro il piano di acquisti di titoli anticrisi Pepp.

La Bce ha anche ribadito che non sarà per ora necessario esaurire tutta la dotazione del piano di acquisti anticrisi Pepp "se le condizioni di finanziamento favorevoli possono essere mantenute mediante flussi di acquisti di attività" che non la utilizzino interamente. Un passaggio suonato come una concessione ai falchi, i membri della Bce che non hanno mai del tutto apprezzato la politica ultra espansiva inaugurata da Mario Draghi e ripresa da Christine Lagarde. 

E ieri Francois Villeroy de Galhau, membro della Bce e governatore della Banca centrale francese, ha rimarcato l'impegno dell'Eurotower sul target d'inflazione, aggiungendo che l'istituto è pronto a usare tutta la potenza dei suoi strumenti di politica monetaria, compresa la flessibilità del programma Pepp. "Il nostro obiettivo è, e rimane, l'inflazione", ha detto Villeroy, spiegando perché si parla di condizioni di finanziamento: "perché condizioni di finanziamento favorevoli sono le condizioni per la completa trasmissione di questa posizione monetaria accomodante".

Konstantin Veit, Portfolio Manager European Rates di Pimco, in assenza di un'apocalisse zombie, non si aspetta alcuna decisione significativa in materia di politica monetaria da parte della Bce durante la prima metà dell'anno. "L'Istituto centrale monitorerà gli sviluppi delle condizioni macroeconomiche durante i prossimi mesi e risponderà a eventuali inasprimenti delle condizioni di finanziamento con il Pepp, in conformità con il suo framework di controllo della curva dei rendimenti", ha sottolineato Veit per il quale la riunione di settembre potrebbe essere interessante, dato che la Bce prevede di concludere la revisione della strategia in quel periodo e probabilmente comunicherà il proprio programma per quanto riguarda il Pepp nel 2022. (riproduzione riservata)