Il senso di Unicredit e Generali nel blitz di Del Vecchio su Mediobanca
Il senso di Unicredit e Generali nel blitz di Del Vecchio su Mediobanca
Piazzetta Cuccia ha cassa per 1,5 miliardi, un Cet 1 ratio di oltre il 14%, un Rote dell'8% e un dividend yield del 5%. E' un boccone molto appetibile. Il blitz di Del Vecchio arriva poco prima dell'assemblea e del nuovo piano. Equita avanza alcune ipotesi su un interesse di Unicredit, mentre il mercato ricorda un vecchio progetto

di Elena Dal Maso 18/09/2019 10:50

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Dopo il blitz di Leonardo del Vecchio in Mediobanca, oggi Piazzetta Cuccia balza dell'1,28% a 9,64 euro contro un Ftse Mib più contenuto (+0,46%). Ieri sera con una mossa a sorpresa, Delfin, la holding company che fa capo all'imprenditore milanese, ha annunciato di detenere il 6,94% della storica merchant bank guidata da Alberto Nagel. Si tratta di una quota accumulata con acquisti sul mercato per un investimento complessivo di circa 580 milioni di euro. L'annuncio arriva poco prima di due date importanti: il 28 ottobre è stata convocata l'assemblea annuale dei soci di Mediobanca e il 12 novembre l'ad Nagel presenterà il prossimo piano industriale.

Del Vecchio diventa così il terzo azionista di Piazzetta Cuccia dietro a Unicredit (8,81%) e Financiere de l'Odet del gruppo Bolloré (7,86%), ponendosi davanti a BlackRock (4,98%) e a Mediolanum, salita di recente al 3,28% dopo gli acquisti di Ennio Doris in più puntate nei mesi scorsi. Il 68,13% è flottante e Mediobanca per questa ragione e per il fatto che a inizio anno si è sciolto di patto di sindacato (raccoglieva il 29%) e si è trasformato in un accordo di consultazione lo scorso luglio. Quest'ultimo riunisce il 20,94% delle quote fra gli azionisti italiani: oltre ad Unicredit e Mediolanum figurano i Benetton (2%) e Fininvest (2%).

Del Vecchio detiene anche il 4,9% di Generali, di cui è il terzo socio dietro Caltagirone (5%) e Mediobanca (13%). Il blitz sul Leone, avverte oggi Equita Sim, "aumenta l'appeal speculativo di Mediobanca che è sostenuto da fondamentali molto solidi". Piazzetta Cuccia, con i suoi 8,4 miliardi di capitalizzazione a Piazza Affari, ha visto il titolo correre del 29% da inizio anno e offre un dividend yield ai prezzi attuali del 4,9% contro tassi ultra-negativi in campo obbligazionario. E' un titolo molto amato dagli analisti bancari internazionali, anche perché Piazzetta Cuccia detiene una percentuale molto bassa di Btp da anni e non è quindi sensibile alle incertezze politiche dell'Italia come le altre banche.

Equita ricorda che il Cet 1 di Mediobanca per oltre il 14% è ad un livello di eccellenza, mentre il gruppo guidato da Alberto Nagel ha in cassa 1,5 miliardi di euro di liquidità in eccesso per effettuare acquisizioni. Kairos è stata una possibile preda nei mesi scorsi, ma l'ipotesi è sfumata sul prezzo di acquisto. Il rapporto prezzo/utile di 8,8 volte e il Rote all'8% pongono la banca fra le prime linee del settore europeo.

La sim milanese, però, non vede per ora aumentare in maniera visibile "le probabilità di corporate actions", che per Equita potrebbero essere due. La prima: lo spin-off della quota in Generali, di cui Mediobanca detiene il 13%, "perché Del Vecchio a parità di ammontare investito avrebbe potuto acquistare una quota superiore con un investimento diretto, il 2% invece dell'1%". La seconda: una mossa ostile di Unicredit su Mediobanca che, "seppure sensata dal punto di vista strategico e finanziario, modificherebbe in modo rilevante gli assetti di governance di Unicredit".

Quanto a Unicredit, la vicinanza di Del Vecchio al gruppo guidato dall'ad, Jean Pierre Mustier, si è vista nella partita Ieo-Monzino, con l'imprenditore milanese che voleva iniettare 500 milioni per il rilancio europeo del polo sanitario e che ha visto dalla sua parte Mustier ma non Piazzetta Cuccia. Oggi Unicredit guadagna lo 0,56% a 10,946 euro, consolidando la soglia dei 10 euro.

Banca Akros ritiene, dopo la dichiarazione di Del Vecchio secondo cui intende essere un investitore a lungo termine in Piazzetta Cuccia, che l'imprenditore lavorerà a sostegno degli attuali manager per fare crescere la banca e creare valore per tutti i soci. Gli analisti ricordano che il board verrà rinnovato non prima di un anno.

Infine, dopo il blitz di ieri, qualcuno ai desk operativi ricorda quanto accadde nel 2010, quando, poco prima dell'assemblea di aprile di quell'anno (erano in campo Cesare Geronzi e Renato Pagliaro) il mercato discuteva della possibilità di un reverse merger fra Mediobanca e Generali, cioè la fusione inversa tra due società, dove la più grande (Generali) poteva essere incorporata dalla più piccola (Mediobanca), con un meccanismo che vedeva le quote della seconda diluite nel capitale della prima e gli azionisti della ex controllante premiati con ricchi pacchetti azionari della ex controllata. All'epoca i soci forti in Generali, come Caltagirone e De Agostini, avrebbero potuto diventarlo con questo meccanismo anche in Mediobanca. (riproduzione riservata)