Il profit warning di Continental era scontato, Pirelli in evidenza
Il profit warning di Continental era scontato, Pirelli in evidenza
Il gruppo tedesco ha rivisto al ribasso le indicazioni per il 2019 alla luce di una produzione globale di auto più contenuta e per i potenziali reclami nella divisione auto. Per alcuni analisti i prezzi attuali di Pirelli già riflettono ampiamente un outlook peggiorato. C'è poi l'appeal del prolungamento del patto Tronchetti-ChemChina dal 2020 al 2023. Annuncio atteso il primo agosto

di Francesca Gerosa 23/07/2019 11:20

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Il profit warning di Continental era scontato e sia il titolo della società tedesca balza del 4,61% a quota 127,64 euro alla borsa di Francoforte sia la rivale Pirelli sale del 4,44% a 5,462 euro a Milano dopo aver raggiunto un massimo intraday a 5,486 euro, allontanandosi dal minimo storico toccato il 3 giugno a 5,036 euro. In vista della ripresa dei colloqui tra Usa e Cina la prossima settimana i mercati scommettono su sviluppi positivi sul tema dazi, fattore che sta facendo tornare gli acquisti sui titoli industriali.

Poco importa se ieri sera, dopo la chiusura dei mercati, Continental ha comunicato i risultati preliminari per il secondo trimestre, i quali sono stati in linea con le attese, ma ha contestualmente rivisto al ribasso le indicazioni per il 2019 (ricavi a 44,5 miliardi di euro dai 46 miliardi indicati in precedenza, il 2% sotto la stima del consenso; ebit margin al 7,25% contro l'8,5% precedente, 14% sotto la stima del consenso). 

La revisione delle indicazioni è avvenuta alla luce di una produzione globale di auto più contenuta e per i potenziali reclami nella divisione auto (l'impatto non è stato quantificato). La produzione di auto ora è vista in calo del 5%, rispetto alla precedente stima di un mercato stabile, implicando una flessione dei ricavi del -2/3% nel secondo semestre dopo che il primo semestre ha mostrato un calo del 7,5%.

Sebbene una parte della revisione sia avvenuta alla luce di ragioni specifiche della società e di voci straordinarie, il taglio delle indicazioni da parte di Continental non è una buona notizia per il settore pneumatici e mostra i primi segnali che la seconda parte dell'anno continuerà a essere negativa, nonostante le indicazioni che in precedenza puntavano a una crescita.

Si ricorda che la scorsa settimana Mediobanca Securities si è soffermata sul settore automotive in vista dei conti del secondo trimestre di quest'anno e ha avvertito che in alcuni casi, Fiat Chrysler Automobiles e Pirelli, la guidance 2019 è a rischio. Il cda di Pirelli si riunirà il primo agosto. Mediobanca si aspetta che Pirelli registri un ebit nel secondo trimestre in calo su base annua in valore assoluto, abbassando il margine di oltre 100b.p. La guidance 2019 sembra a rischio: "secondo i nostri calcoli, per centrare i target medi della guidance, Pirelli dovrebbe aumentare l'ebit del 9% nel secondo semestre di quest'anno, il che sembra abbastanza aggressivo, a nostro avviso".

Ad ogni modo, da un punto di vista della valutazione, pur se non escludendo una qualche debolezza di breve termine, gli analisti di Banca Imi (buy e target price a 6,7 euro) ritengono che i prezzi attuali di Pirelli già riflettano ampiamente un outlook peggiorato. C'è poi l'appeal del prolungamento del patto Tronchetti-ChemChina dal 2020 al 2023.

Come anticipato da MF è stato raggiunto un accordo tra Marco Tronchetti Provera, ceo e azionista col 10% tramite la controllata Camfin, e ChemChina (detiene il 45,5% di Pirelli) per il prolungamento dell'accordo in scadenza nel 2020 (con l'approvazione del bilancio 2019) al 2023 (con l'approvazione del bilancio 2022). Lo stesso Tronchetti Provera durante l'ultima assemblea aveva anticipato che le negoziazioni erano in corso. L'annuncio arriverà coi risultati del secondo trimestre, il primo agosto, appunto.

Gli accordi a quanto pare prevedono la conferma di Tronchetti Provera come ceo e il mantenimento dell'italianità (trasferimento della sede all'estero e know-how solo con l'approvazione del 90% del capitale). Ciò per Equita (buy e target price a 7,5 euro) garantisce la continuità della strategia che dal punto di vista industriale si è dimostrata corretta. Non si parla più della possibilità che ChemChina possa vendere dei titoli, rumour circolato nei mesi scorsi. A novembre è poi programmato l'aggiornamento del business plan. (riproduzione riservata)