Scudo del governo su Borsa Italiana e Mts. Dopo la tentata scalata, per ora respinta, della Borsa di Honk Kong sul London Stock Exchange Group, che controlla il mercato azionario e dei titoli di Stato italiani, l’esecutivo M5S-Pd blinda gli asset tricolore con un decreto legge atteso al prossimo Consiglio dei ministri. Nella bozza, che è stata visionata da MF-Milano Finanza, si prevede l’ennesima modifica alla disciplina sul golden power per rendere l’arma dei poteri speciali immediatamente operativa. Sebbene le infrastrutture finanziarie strategiche (tra le quali certamente ricadono quelle di Piazza Affari) siano state inserite tra quelle coperte dal golden power già nel 2017, infatti, quel provvedimento prevedeva un regolamento ad hoc per l’individuazione dei singoli asset da proteggere. Regolamento che non è poi mai stato emanato, per cui nel momento in cui il pericolo si è materializzato con l’offerta cinese per la borsa di Londra ci si è resi conto che i nostri mercati, compreso il delicatissimo Mts, non erano in effetti protetti da un’eventuale passaggio di proprietà della controllante. Per questo si è deciso di correre ai ripari inserendo nel primo provvedimento utile, ossia il decreto sulla cybersicurezza, una norma per rendere immediatamente operativo lo scudo. In pratica, l’articolo 4 della bozza di decreto prevede che fino a che i regolamenti per individuare i singoli asset coperti dai poteri speciali non saranno entrati in vigore, comunque sia soggetto a notifica preventiva «l’acquisto a qualsiasi titolo, da parte di un soggetto esterno all’Unione Europea, di partecipazioni in società che detengono attività rilevanti ai sensi dell’articolo 4» del Regolamento del Parlamento Ue sul controllo degli investimenti diretti esteri nell’Unione Europea, approvato nello scorso marzo. Tra i settori protetti , in base alle norme Ue cui si rimanda, ci sono appunto anche le «infrastrutture critiche, siano esse fisiche o virtuali» di una lunga serie di comparti, tra cui quello finanziario.
L’altra importante novità è l’ampliamento dei comparti che finiranno sotto l’ombrello del golden power. Il decreto legge preparato dai tecnici del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, infatti, amplia significativamente il novero dei comparti potenzialmente protetti, nell’ambito di un’eventuale minaccia alla sicurezza e all’ordine pubblico. Nello specifico, si prevede possano rientrare nella tutela dello Stato tutti i comparti previsti dall’articolo 4 del Regolamento Ue sugli investimenti esteri, che sono, oltre alle infrastrutture (fisiche ma anche virtuali) nel campo dell’energia, dei trasporti, delle comunicazioni (già coperte dal golden power, come quelle della difesa), anche l’acqua, la salute, i media, il trattamento o l’archiviazione di dati, le infrastrutture aerospaziali, quelle elettorali e addirittura «gli investimenti in terreni e immobili fondamentali per l’utilizzo di tali infrastrutture». Ancora, nel novero rientrano l’intelligenza artificiale, la robotica, i semiconduttori, la cibersicurezza, le tecnologie aerospaziali, di difesa, di stoccaggio dell’energia, quantistica e nucleare, nonché le nanotecnologie e le biotecnologie e addirittura la sicurezza alimentare.
Infine il regolamento Ue fa accenno anche all’accesso a informazioni sensibili, compresi i dati personali, oppure alla capacità di controllare tali informazioni e alla libertà e pluralismo dei media. Il decreto, come accennato, disegna poi il perimetro della cybersicurezza da tutelare per gli interessi nazionali e interviene anche sui poteri speciali nel 5G, prevedendo che siano esercitati previa «valutazione degli elementi indicanti fattori di vulnerabilità». (riproduzione riservata)