Il doppio intervento della Fed indebolisce l'Asia
Il doppio intervento della Fed indebolisce l'Asia
L'iniezione improvvisa di liquidità della Banca centrale americana, considerata tardiva, e l'avvertimento che stasera ci sarà un altro round mettono i mercati sull'attenti. Il taglio dei tassi è quasi scontato, le borse del Fareast scommettono su un Qe. L'euro si ferma dopo la fiammata di ieri. Futures su Wall Street -0,2%

di Elena Dal Maso 18/09/2019 07:30

Ftse Mib
34.271,12 17.40.00

-0,27%

Dax 30
18.088,70 18.00.00

-0,27%

Dow Jones
38.460,92 22.20.01

-0,11%

Nasdaq
15.712,75 22.15.52

+0,10%

Euro/Dollaro
1,0699 22.00.50

+0,12%

Spread
140,44 17.29.29

+5,88

Ieri la Federal Reserve di New York ha immesso liquidità nel sistema per 53 miliardi di dollari, il primo intervento di questo tipo (che invece la Cina conosce bene) dal crack del 2008. L'euro è balzato dello 0,6% dopo l'operazione e oggi in Asia sta appena limando la posizione dello 0,08% a 1,1065 contro il dollaro. I mercati del Fareast, sapendo che alcuni analisti di Wall Street stavano avvertendo da settimane della possibilità di una carenza di liquidità nei mercati monetari a breve termine, si sono innervositi dalla lenta risposta della Federal Reserve, considerata tardiva, dopo che i tassi in un'importante area di finanziamento a breve termine (l'overnight) sono balzati.

La Fed ha effettuato la sua prima asta di pronti contro termine durante la notte nell'ultimo decennio per riportare il tasso di riferimento dei Fed Funds al sicuro, nell'intervallo previsto del 2%/2,25, dopo il +9% in 48 ore. Fra l'altro, secondo i media americani, l'operazione non è andata a buon termine subito, ma si è dovuta interrompere per problemi tecnici ed è stata riavviata mezz'ora dopo. Una delle cause della fiammata pare sia stata la scadenza dei pagamenti delle tasse da parte delle società americane, che si è andata ad inserire comunque in un quadro pre esistente di ristrettezza di liquidità.

La Federal Reserve di New York ha poi avvertito che effettuerà una seconda operazione di pronti contro termine durante la notte di oggi, mercoledì, per 75 miliardi di dollari. Questa sera, poi, è atteso l'esito del meeting del board della Banca centrale Usa da cui il mercato si attende per ora un taglio di 25 punti base.

Jeffrey Gundlach, amministratore delegato di DoubleLine Capital, ritiene che l'intervento improvviso della Fed renda più probabile il fatto che la Banca centrale riprenda ad aumentare il suo ingente bilancio ("abbastanza presto"), che quindi il governatore, Jerome Powell, riavvii il quantitative easing anche negli Usa, dopo le mosse della Bce la scorsa settimana. La Fed ha infatto ridotto negli ultimi due anni il suo bilancio, costruito acquistando bond sul mercato dopo la crisi post Lehman Brothers, da 4.500 a 3.800 miliardi di dollari.

In Asia le borse sono molto caute, non solo per l'incognita Fed, ma anche per le tensioni sul petrolio. Alle ore 7:30 italiane il Nikkei cede lo 0,13%, mentre l'Hang Seng è sotto la parità e Shanghai sale di un modesto 0,3%. L'oro ritraccia dello 0,2% a 1.510,4 dollari l'oncia, il petrolio Wti americano perde ancora terreno per lo 0,42% a 59,09 dollari il barile dopo che l'Arabia Saudita ieri ha annunciato che riuscirà a recuperare almeno il 70% della produzione entro fino mese, se non tutta, dopo l'attacco dei droni. E sul bombardamento di sabato, l'intelligence americana è tornata a puntare il dito sull'Iran, sostenendo che i droni venivano direttamente da un'area a sudovest del Paese. Però il presidente, Donald Trump, si è fatto cauto nei toni e non parla più al momento di interventi militari in Medio Oriente.

Lo yen cede appena e viaggia a 108,21, così la sterlina trova un equilibrio a 1,2493. I bond Usa decennali si muovono incerti e verso la fine della sessione asiatica il rendimento inizia a scendere all'1,8%, mentre i futures su Wall Street sono negativi per lo 0,21%. Oggi è riunito anche il board della Bank of Japan che domani renderà nota la sua decisione sui tassi.

Mentre l'ultimo sondaggio di Reuters suggerisce che la BoJ manterrà la sua politica ferma ora, 28 economisti su 41 prevedono un altro taglio dei tassi, già negativi entro la fine dell'anno e 13 ritengono che potrebbe sorprendere già domani. Ieri sera, parlando a bordo dell'Air Force One mentre viaggiava dal New Mexico alla California, Trump ha avvertito la Cina che se l'accordo avverrà dopo le elezioni del 3 novembre 2020, sarà a condizioni "decisamente peggiori" per Pechino rispetto a quanto si potrebbe raggiungere in questo momento. (riproduzione riservata)