Gas, la Russia avverte: situazione grave, dalla Cina domanda in crescita del 17%
Gas, la Russia avverte: situazione grave, dalla Cina domanda in crescita del 17%
Il vice primo ministro, Novak, durante un incontro tra il presidente Putin e i membri del governo, ha fatto il punto della situazione sull'energia. Citigroup prevede che, se l'inverno sarà piuttosto freddo, le scorte di gas in Europa verranno azzerate

di Elena Dal Maso 21/10/2021 12:30

Ftse Mib
34.214,79 13.02.41

+1,45%

Dax 30
18.067,20 13.02.41

+1,16%

Dow Jones
38.239,98 12.28.16

+0,67%

Nasdaq
15.451,31 7.25.12

+1,11%

Euro/Dollaro
1,0656 12.47.40

+0,08%

Spread
136,17 13.16.48

-0,82

Mentre il gas oggi si prende un momento di pausa nella corsa dei prezzi (quelli ad Amsterdam cedono il 3% a 90 euro, un anno fa erano a 15 euro, quelli americani lasciano sul terreno 2% a 5,06 dollari contro i 2,3 dollari di inizio anno), dalla Russia arriva l'avvertimento che Mosca non si aspetta di vedere un miglioramento dell'equilibrio tra domanda e offerta nel mercato europeo della materia prima a breve termine. Lo ha spiegato il vice primo ministro, Alexander Novak, durante un incontro ieri tra il presidente Vladimir Putin e i membri del governo.

"La situazione è preoccupante. Finora, purtroppo, non vediamo che l'equilibrio tra domanda e offerta in Europa si riequilibrerà nel prossimo futuro", ha aggiunto, secondo quanto riporta l'agenzia di Stato, Tass. Novak ha osservato che la situazione dipenderà dalle temperature con l'inverno alle porte e dal livello della domanda di gas in Europa e negli altri mercati. "Naturalmente tutto ciò è preoccupante, soprattutto nelle industrie che interessano la produzione di beni di prima necessità e cibo", ha aggiunto il politico russo.

La crisi energetica nell'Unione europea sta causando una carenza di elettricità nell'industria, ha osservato Novak. "Anche le imprese metallurgiche, che utilizzano in gran parte l'elettricità nella produzione, stanno sospendendo le loro attività. Per esempio, un grande produttore di zinco del Belgio ha tagliato la produzione del 50% nei suoi tre stabilimenti nei Paesi Bassi e in Francia", ha spiegato.

Novak ha aggiunto che la situazione sul mercato del gas rimane "grave", con i prezzi globali del gas in aumento di 3,5 volte dall'inizio del 2021. Allo stesso tempo, la Russia prevede "un aumento significativo della domanda di gas nei Paesi della regione Asia-Pacifico nel 2021, in particolare in Cina (+17%), in Corea del Sud (+18%)", ha aggiunto Novak. In generale, nei paesi dell'Asia-Pacifico, la domanda di gas dovrebbe crescere del 7-8%.

In tal senso pare significativo l'accordo appena siglato fra il colosso cinese Sinopec, in mano allo Stato, e la società statunitense Venture Global LNG, un contratto a lungo termine (ventennale) per la fornitura di gas naturale liquefatto dall’impianto di Plaquemines, che ha una capacità di esportazione annua di 20 milioni di tonnellate.

La crisi dell'industria europea del gas è scoppiata questo autunno, quando i prezzi spot hanno iniziato a correre, dovuti in parte all'uscita dei Paesi dai lockdown, in parte al fatto che nel frattempo la Cina sta facendo incetta di materia prima nel mondo per poter usare il gas in sostituzione al carbone e inquinare meno in base all'obiettivo di arrivare a zero emissioni nette nel 2060 di anidride carbonica e al fatto che in realtà la Russia sta erogando meno gas all'Europa dal momento che l'Ue non sta dando seguito al progetto Nord Stream 2 (che non piace gli Usa).

Ieri, poi, l'Arabia Saudita è intervenuta sul tema spiegando che aumentare l'estrazione di petrolio da parte del cartello Opec+ avrebbe un effetto limitato per calmierare l'aumento dei prezzi del gas naturale. "Vediamo il nostro ruolo come estremamente limitato", ha detto il ministro dell'Energia saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, durante il CERAWeek India Energy Forum. "Il problema non è la disponibilità di greggio. Anche se lo rendessimo disponibile in tonnellate e tonnellate, chi lo brucerà? Chi ne ha bisogno? E soprattutto, c'è bisogno di petrolio o di gas?"

Ed Morse, capo della ricerca sulle materie prime di Citigroup, ha detto, nel corso di un'intervista a Bloomberg Tv, che l'Europa potrebbe rimanere senza gas naturale e vedere i prezzi salire da livelli già senza precedenti se l'inverno si rivelasse "veramente freddo". L'economista ritiene che i futures sul gas europeo (quello inglese) potrebbero più che triplicare a 100 dollari per milione di unità termiche britanniche nel peggiore dei casi.

"L'Europa potrebbe avere difficoltà a ricostituire le scorte anche se l'inverno è caldo, perché le navi sono scarse e anche il principale fornitore, la Russia, ha scorte scarse", ha aggiunto. "Se avremo un clima come quello registrato una mezza dozzina di volte negli ultimi 30 anni, l'Europa finirà le scorte di gas naturale", ha concluso Morse.  (riproduzione riservata)