Fondazioni, proventi 2020 in calo del 45,3%
Fondazioni, proventi 2020 in calo del 45,3%
Pesa lo stop ai dividendi delle banche voluto dalla Bce durante la fase più acuta della pandemia. Profumo: erogazioni cresciute, sostegno al welfare

di Angelica Romani 17/09/2021 19:34

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La pandemia presenta il conto alle Fondazioni bancarie. Dai dati 2020, emerge che il patrimonio contabile complessivo è pari a 39,7 miliardi di euro, in diminuzione di circa 553 milioni di euro (-1,4%) rispetto all’anno precedente. Contrazione ben più marcata per i proventi, che si sono fermati a 1,421 miliardi di euro contro i 2,6 miliardi di euro del 2019 (-45,3%): oltre al Covid, ha pesato il congelamento dei dividendi bancari raccomandato dalla Bce. I dividendi da partecipazioni non bancarie rappresentano la forma di provento principale, con 900 milioni di euro e un’incidenza del 63,3% sul totale. La redditività lorda del patrimonio si attesta al 3,6%, rispetto al 6,5% del 2019. L'avanzo di esercizio è sceso a 1,050 miliardi di euro (-45%). In controtendenza le erogazioni, salite a 949,9 milioni di euro (+4,3%). Quelle destinate al welfare rappresentano il 41,7% del totale, con 396,5 milioni di euro.

«Il 26mo Rapporto annuale delle Fondazioni di origine bancaria registra l’impatto che il primo anno di pandemia ha avuto sul sistema delle Fondazioni e la risposta straordinaria che queste hanno saputo mettere in campo per rispondere all’emergenza», ha commenta Francesco Profumo, presidente di Acri «Innanzitutto la gestione prudente e il processo di diversificazione, costantemente perseguito negli anni dalle Fondazioni, ha fatto in modo che, pur in presenza della crisi dei mercati finanziari e al congelamento della distribuzione dei dividendi voluto dalla Bce, le erogazioni non solo non ne abbiano risentito, ma siano anche cresciute. Proprio quando c’era più bisogno di loro, le Fondazioni hanno dimostrato di essere presenti. Inoltre», osserva Profumo, «la contrazione della redditività registrata dalle Fondazioni nel 2020 è stata decisamente inferiore rispetto a quella degli altri investitori istituzionali nello stesso periodo. È utile considerare, peraltro, che i dividendi non percepiti nel corso del 2020 siano andati a rafforzare ulteriormente gli istituti di credito e dunque, sul lungo periodo, a consolidare il valore dell’investimento». (riproduzione riservata)