Eni, il buy back continua. In portafoglio l'1,69% del capitale
Eni, il buy back continua. In portafoglio l'1,69% del capitale
Dall'inizio del programma, a maggio, la compagnia ha comprato lo 0,78%, pari a 28,38 milioni di pezzi, per 397,11 mln di euro. Considerando le azioni già in portafoglio, Eni ha in totale 61,42 milioni di propri titoli. Eia riduce le attese di crescita della domanda di petrolio nel 2020

di Paola Valentini 11/12/2019 13:33

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Eni ha acquistato nel periodo compreso tra il 2 e il 6 dicembre 2019  1,646 milioni di azioni proprie, al prezzo medio ponderato di 13,646 euro per azione, per un controvalore complessivo di 22,47 milioni di euro nell'ambito dell'autorizzazione all'acquisto di azioni proprie deliberata dall'assemblea del 14 maggio 2019.

Dall'inizio del programma, informa una nota, la compagnia guidata dall'ad Claudio Descalzi ha acquistato 28,38 milioni di azioni proprie (pari allo 0,78% del capitale sociale) per un controvalore complessivo di 397,11 milioni di euro. A seguito degli acquisti effettuati fino al 6 dicembre 2019, considerando le azioni proprie già in portafoglio, Eni detiene 61,42 milioni di azioni proprie pari all'1,69% del capitale sociale. Al momento il totolo segna un marginale rialzo del +0,03% a 13,67 euro.

Intanto Banca Imi si concentra sulla notizia di MF-Milano Finanza secondo cui il governo kazako ha alzato la posta di nuovo sulle condizioni che regolano il giacimento di Karachaganak e quindi il consorzio Kpo (guidato pariteticamente al 29,9% ciascuno da Eni e Shell) si trova di nuovo alle corde dopo la multa per 1,1 miliardi di dollari comminata un anno fa come sanzione per i profitti non pagati per lo sfruttamento di questo campo. Secondo i kazaki sarebbe stato disatteso il pre-accordo che prevedeva il pagamento di questa multa.

"Consideriamo questa notizia potenzialmente negativa per l'azione. Tuttavia, riteniamo che che l'impatto sull'indebitamento netto potrebbe essere sostenibile per Eni", spiega Banca Imi che conferma sul titolo la raccomandazione buy con prezzo obiettivo di 18,6 euro.

Intanto oggi sempre Eni, attraverso la controllata Eni Tunisia BV, e in partnership con la Compagnia di Stato Entreprise Tunisienne d’Activités Pétrolières (Etap), ha inaugurato oggi un nuovo impianto fotovoltaico nella concessione di Adam, nel sud del Governatorato di Tataouine, in cui Eni è operatore. L’installazione, costruita in prossimità dell’impianto di produzione di idrocarburi, genererà energia solare.

Nel campo fotovoltaico di Adam, con capacità di picco di 5 mw, l’energia prodotta sarà utilizzata direttamente dal sito industriale, consentendo una diminuzione dei consumi di gas ed evitando di emettere in atmosfera oltre 6.500 tonnellate/anno di Co2.

Nella regione di Tataouine, sempre nell’ambito dell’accordo di cooperazione Eni-Etap, sono inoltre in corso i lavori per la costruzione di un ulteriore impianto fotovoltaico presso la città di Tataouine. Tale progetto, assegnato a seguito della partecipazione a una gara pubblica lanciata dal Ministero dell’energia tunisino, prevede la fornitura di energia elettrica verde alla società di stato Société Tunisienne de l'Electricité et du Gaz.

Tali iniziative, spiega il gruppo italiano, confermano l’impegno di Eni nel percorso di decarbonizzazione del sistema energetico tunisino e verso uno scenario sempre più low-carbon, nel quale le energie rinnovabili rappresentano un elemento fondamentale ed integrato del proprio mix energetico. Eni è presente in Tunisia dal 1961.

Intanto ieri l'Eia (Energy Information Administration) ha pubblicato ieri il suo outlook di breve termine nel quale ha leggermente abbassato le sue aspettative di crescita della domanda di petrolio per il 2019 allo 0,7% a/a (rispetto allo 0,8% precedente). Di conseguenza, l'Eia vede ora un eccesso nell'offerta di 0,11 milioni di barili al giorno nel 2019 (rispetto a -0,04 stimati in precedenza).

Tuttavia, a seguito della decisione presa nei giorni scorsi dall'Opec di aumentare i tagli alla produzione fino alla fine di marzo 2020, l'Eia presuppone che l'Opec limiti la produzione per tutto il 2020. Di conseguenza, l'Eia ha ridotto la sua stima globale dell'eccesso di offerta di petrolio per il 2020 a 0,14 milioni di barili al giorno (rispetto a 0,30 milioni previsti in precedenza), aumentando leggermente le previsioni del prezzo del Brent per il 2020 dello 0,7% a 60,51 dollari. Questa indicazione si basa anche sulla stima globale della crescita della domanda di petrolio invariata all'1,4% a/a e su una produzione media dell'Opec di 29,2 milioni di barili nel 2020. (riproduzione riservata)