Energia, il gas made in Italy può raddoppiare
Energia, il gas made in Italy può raddoppiare
Proposte a confronto, dalla Lega a Nomisma, per non restare ostaggio delle crisi geopolitiche e abbassare il costo della transizione energetica

di Mauro Romano 18/01/2022 19:06

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La transizione verde deve fare i conti con troppe variabili: approvvigionamento, costi, bollette, etc. Anche l’ultima relazione del Copasir sulla sicurezza energetica ha ricordato che l’Italia ha bisogno di una strategia di medio termine per abbracciare la green economy. Tesi sostenuta anche da Vannia Gava, sottosegretaria alla Transizione ecologica della Lega, intervenuta al live talk di Formiche “Transizione ecologica e competitività, quale politica energetica per l’Italia".

Imprese e famiglie sono già in ginocchio per il rincaro del gas e dell’elettricità, un'emergenza iombata mentre la politica  è impegnata nelle manovre per il Quirinale. La Lega si è intestata la battaglia, e il suo leader, Matteo Salvini, ha chiesto al premier Mario Draghi uno scostamento di bilancio fino a 30 miliardi di euro. "Se siamo il secondo Paese manifatturiero d’Europa lo dobbiamo allo sforzo dei nostri imprenditori, che hanno investito molto in sostenibilità, ricambiamo i loro sforzi", dice Gava incalzata dalle domande del direttore di Formiche.net, Giorgio Rutelli, insieme al presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, e il direttore generale di Elettricità Futura, Andrea Zaghi.

C’è anzitutto un’emergenza sicurezza di grande valenza (geo)politica: l’Europa si è scoperta dipendente dai rubinetti del gas russo. Un ibattito di settore, lrubinetto è più lungo degli altri: 1.200 chilometri. Si chiama Nord Stream 2, collega il Mar Baltico alla Germania ed è al centro di un braccio di ferro tra Joe Biden e Vladimir Putin. Tabarelli non ha dubbi, il gasdotto "deve ripartire". È la soluzione che fa comodo a tutti: "La Russia ha le più grandi riserve al mondo di gas e costi più bassi. Ma è anche nel suo interesse esportare verso l’Europa".

Gava punta i riflettori su un piano B al centro del rapporto Copasir. "L’Italia ha enormi riserve di gas naturale da sbloccare, dobbiamo raddoppiare l’estrazione da 4,4 ad almeno 8 miliardi di metri cubi l’anno". Nessuna illusione, da solo il gas tricolore non basta. Ma, dice Gava, "è un inizio e dobbiamo partire subito con accordi tra le imprese estrattive e le industrie energivore, e un sistema per calmierare i prezzi, magari sulla base di contratti decennali".

Una via d’uscita dalla tempesta dei prezzi energetici c’è, nota invece Zaghi. "Il prezzo del gas è aumentato di quattro, cinque volte rispetto ai livelli cui eravamo abituati nel 2019. Il settore elettrico non è al riparo da questi sbalzi, anzi". Un effetto domino che però non tocca le rinnovabili, per ora. "Per la maggior parte hanno incentivi inversamente proporzionali al prezzo dell'energia elettrica", tanto che "alcune imprese di settore possono sfruttare la situazione per avere un profitto extra". (riproduzione riservata)