Come investire dopo l'inversione della curva dei tassi Usa
Come investire dopo l'inversione della curva dei tassi Usa
La Fed riuscirà a evitare una recessione per l'economia Usa? Su questa domanda le investment bank si dividono, ma per ora sembra prevalere il partito che ritiene che questa non arriverà tanto presto. Haefele (Ubs Gwm) spiega perché

di Roberta Castellarin 16/08/2019 15:00

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La Federal Reserve riuscirà a evitare una recessione per l'economia americana? Su questa domanda le investment bank si dividono, ma per ora sembra prevalere il partito che ritiene che "nonostante il mercato dei bond invii segnali di recessione, questa non arriverà tanto presto. 

"Dati economici deboli e un ulteriore appiattimento della curva dei rendimenti dei Treasury Usa mercoledì scorso hanno portato l'S&P 500 al calo del 2,93%, le azioni globali del 2,85%, e le azioni dei mercati emergenti del 2,88%. L'aumento delle preoccupazioni economiche derivava da vendite al dettaglio e produzione industriale, mentre il pil tedesco ha registrato una contrazione nel  secondo trimestre. Questo conferma la tendenza di indebolimento della crescita, concentrata principalmente nel settore manifatturiero", dice Mark Haefele, chief investment officer di Ubs Gwn.

In questo contesto si è manifestato quello che è considerato un vero e proprio spettro per i mercati. Il costo di finanziamento dei T-bond a due anni ha infatti superato quello dei bond a dieci anni. L'inversione è un segnale storicamente affidabile di una recessione in arrivo per l'economia americana, e non avveniva dal 2007. Un segnale preoccupante "perché si è verificata un'inversione della curva dei rendimenti prima di ciascuna delle ultime sette
recessioni", dice Haefele. Inoltre, il rendimento del T bond a 30 anni è sceso a un minimo storico, suggerendo che gli investitori si aspettano che tassi bassi persistano per un lungo periodo di tempo. Il fatto poi che l'oro abbia messo a segno un +18% da inizio anno è un altro indicatore dei timori dei mercati. "Tuttavia nonostante queste indicazioni di incertezza dai mercati attribuiamo ancora un probabilità solo del 25% che ci sia una recessione negli Usa nel 2020", dice Haefele. 

Dietro questa convinzione l'idea che l'economia Usa abbia i numeri per resistere all'aumentato indebolimento del manufatturiero globale finché non ci sarà un'ulteriore escalation della guerra commerciale tra Usa e Cina. Ubs ricorda infatti che il pil Usa ha registrato una crescita annualizzata del 2,1% nel secondo trimestre con i forti consumi che hanno compensato il calo degli investimenti delle imprese. Inoltre "La Federal Reserve ha tagliato preventivamente i tassi e ci aspettiamo un ulteriore allentamento tre tagli da settembre a marzo, per contribuire a sostenere l'economia, in parte compensando i danni provocati dal conflitto commerciale", dice Haefele. Anche decisione del presidente Donald Trump di ritardare l'imposizione di una tariffa del 10% sull'intero controvalore di  300 miliardi di merci importate dalla Cina è stata una notizia positiva. "Questo rinvio suggerisce l'idea che i funzionari degli Stati Uniti siano desiderosi di evitare danni alla crescita economica. Avevamo stimato che una tariffa del 10% applicata su tutte le merci avrebbe tagliato di circa un quarto di punto percentuale l'attesa di crescita del pil Usa per il 2020", aggiunge Haefele.

L'esperto di UBs Gwm ricorda che: "A differenza dei conflitti commerciali, una curva dei rendimenti invertita di per sé ha un impatto limitato sull'economia. Bisogna invece concentrarsi sullo stato di salute dell'economia e da questo punto di vista i segnali non sono così negativi come alcuni investitori temono". Inoltre Haefele ricorda che in passato c'è stato un ritardo tra l'inversione della curva e l'inizio della recessione: in media 22 mesi. Questa volta poi c'è anche un altro fattore da considerare "I rendimenti dei Treasury sono appesantiti dai quasi 16 mila miliardi di obbligazioni sovrane a livello globale con un rendimento negativo e questo distorce la loro capacità di prevedere l'attività ecomica Usa.

"Infine conta il periodo di tempo in cui la curva dei rendimenti è invertita, e quanto è invertita. Se il taglio dei tassi della Fed riuscirà a rendere di nuovo ripida la curva questa breve inversione potrebbe essere un segnale di recessione prematuro", dice Haefele, "Allo stesso modo un'inversione della curva dei rendimenti non indica che è giunto il momento di vendere azioni. Dal 1975, dopo un'inversione nella curva dei rendimenti a 2/10 anni l'S&P 500 ha ha continuato a salire per quasi due anni, ed è aumentato in media del 40% fino a quando è stato raggiunto un picco del mercato rialzista. Rimaniamo quindi fiduciosi che gli Stati Uniti eviteranno una recessione l'anno prossimo".

Detto questo "Ci aspettiamo che la crescita rimanga contenuta, ed è probabile che i tassi rimarranno più bassi più a lungo, poiché le banche centrali cercheranno di sostenere la crescita. Nel complesso, riteniamo che si tratti di un buon contesto  per quanto riguarda le strategie carry, mentre i mercati azionari attendono chiarezza sul commercio e crescita. Recentemente abbiamo aumentato le dimensioni del nostro sovrappeso in un paniere di valute dei mercati emergenti ad alto rendimento (rupiah indonesiana, rupia indiana, dell'Africa) contro un paniere di valute a basso rendimento (dollaro australiano, dollaro neozelandese e di Taiwan). Siamo anche in sovrappeso nel debito sovrano dei mercati emergenti e raccomandiamo strategie basate sul dividendo negli Stati Uniti e in Europa", conclude Haefele. (riproduzione riservata)