Cingolani, così taglieremo gli oneri in bolletta
Cingolani, così taglieremo gli oneri in bolletta
Dalla cartolarizzazione all’utilizzo dei proventi delle aste di CO2: le proposte al vaglio del governo in vista del Cdm di giovedì

di Angela Zoppo 18/01/2022 15:32

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Cartolarizzazione degli oneri di sistema, attraverso una società veicolo o emissione di obbligazioni garantite dallo Stato, per un importo di circa 3 miliardi di euro. Utilizzo dei proventi delle aste per la C02, per i 700 milioni di euro circa a disposizione del ministero della Transizione ecologica, eventualmente in accordo con il ministero dell’Economia, che potrebbe liberare anche la sua parte, di pari ammontare.

Sono alcune delle misure proposte al governo dal ministro Roberto Cingolani, per cercare di abbassare il costo delle bollette, alleggerendo la componente legata agli oneri di sistema, che pesa per circa 11 miliardi di euro l’anno, 6 dei quali eredità dei vecchi incentivi alle rinnovabili.  Le misure dovrebbero arrivare giovedì al Consiglio dei ministri.

Cingolani ha elencato le proposte, che ha già presentato al governo, nel corso di un'audizione davanti alla Commissione Attività produttive della Camera e Industria del Senato, premettendo che la crisi geopolitica in atto posticiperà l’atteso calo dei prezzi del gas. "La stabilizzazione dei prezzi non può essere immediata", ha affermato. 

Sul fronte dei produttori, Cingolani ha insistito sull’esigenza di contenere le vendite spot, quelle che avvengono al prezzo del momento, alle sole situazioni di necessità, mentre i quantitativi maggiori andrebbero venduti in pacchetti a lungo termine a 2,5 o 10 anni. Potrebbe essere previsto un tetto ai prezzi dell’energia venduta dai grandi impianti idroelettrici, che, ha ricordato Cingolani, beneficiano degli aumenti di gas e le emissioni CO2 senza però subirne gli effetti. Confermate le misure a protezione delle fasce di consumatori più deboli.

Sul fronte del gas nazionale, il ministro ha ricordato che è in corso di valutazione la proposta di aumentarne la produzione dai giacimenti esistenti, ma che ogni quota aggiuntiva di gas made in Italy non andrà a costituire una dotazione extra, ma corrisponderà a un analogo taglio dell’import, "perché non si può aumentare la percentuale di consumi di gas". Il vantaggio sarebbe "trattenere l’Iva in casa" e "tagliare i costi di trasporto e stoccaggio". Anche in questo caso, si tratta di una misura che non avrebbe effetti immediati e che andrà valutata con i produttori. "La spesa deve valere l’impresa", ha sintetizzato il ministro.

Nel  frattempo andrà velocizzata la realizzazione di nuovi impianti rinnovabili. L’obiettivo del Mite è arrivare a 70 Gw aggiuntivi entro il 2030. "Questo", ha detto, "sarà possibile solo semplificando le procedure, con un patto di responsabilità nazionale che coinvolga le regioni". (riproduzione riservata)