Castelli (Mef): taglio del cuneo fiscale sotto i 35mila euro
Castelli (Mef): taglio del cuneo fiscale sotto i 35mila euro
Scaglioni, importi e detrazioni restano invariati. Nessun accordo sullo stop al taglio per i redditi sopra i 75mila euro per sostenere misure contro il caro-bollette. Giacomoni (Fi): sull'energia agire con la spending review

di Mauro Romano 03/12/2021 17:50

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Il governo è intenzionato a ragionare sul taglio del cuneo fiscale. "Ci sono gli spazi e siamo in grado di farlo", ha chiarito la viceministra all'Economia, Laura Castelli, parlando della riduzione delle imposte finanziato in manovra. L'intenzione è un intervento per i lavoratori sotto i 35mila euro. "Tutto questo senza inficiare l'impianto della riforma fiscale che rappresenta un grande punto di caduta ottenuto dal lavoro delle sei forze politiche maggioranza, che sono molto diverse tra loro. Scaglioni, importi e detrazioni restano invariati", ha aggiunto l'esponente pentastellata. 

Nessuna intesa invece sul «contributo di solidarietà» per racimolare risorse da destinare al contrasto del caro-bollette. La proposta non ha retto la prova del Consiglio dei ministri. Il premier Mario Draghi non ha piegato la resistenza di Forza Italia, Italia Viva e Lega. Alla fine la misura non sarebbe stata neppure un contributo, bensì un mancato risparmio.

La misura avanzata dal presidente del Consiglio, ma cassata da larga parte delle forze di maggioranza, fatta eccezioni per Partito democratico e Leu, prevedeva un congelamento del taglio dell'Irpef per i redditi sopra i 75mila euro almeno per un paio di annualità (2022 e 2023). L’operazione avrebbe permesso di ricavare circa 250 milioni, risorse poi da destinare al rimpolpare la dotazione da 2 miliardi per interventi contro i rincari di gas e energia. 

"Forza Italia non voterà mai dei provvedimenti che contengano delle patrimoniali. È il momento di dare, non di chiedere. È il momento di abbassare le tasse, non di imporre contributi aggiuntivi. Il caro bollette deve essere fronteggiato attingendo a quello che parrebbe essere il grande assente di questa stagione: la spending review, il taglio delle spese inutili dello Stato. Su un bilancio di oltre 800 miliardi di euro, qualcosa da risparmiare senza gravare sulle tasche dei cittadini e sui servizi è possibile, anzi doveroso, trovarlo. Chiamarlo “contributo di solidarietà” non cambia la sostanza. È un aumento delle tasse a chi già le paga con aliquote folli perché dichiara tutto senza evadere”. Si taglino le spese e gli sperperi di denaro pubblico e si inizi a pianificare una seria politica energetica", ha commentato il deputato azzurro, Sestino Giacomoni. 

L’emendamento governativo alla manovra per modulare l’utilizzo degli 8 miliardi di euro destinati alla riduzione della pressione di scale conferma quindi l’impianto dell’accordo politico raggiunto la scorsa settimana, suddividendo i fondi in circa 7 miliardi per l’Irpef e 1 miliardo per l’Irap. (riproduzione riservata)