È un outlook per il 2022 molto cauto quello presentato ieri a Parigi da Carmignac, società francese di asset management. Il capo economista Raphaël Gallardo non ha usato mezzi termini fin da subito. "Nel 2022 la ripresa globale continuerà, ma ci sarà una marcata decelerazione della crescita, che si porterà al suo livello potenziale, a causa di quattro venti contrari", ha esordito. Pandemia, prezzi elevati delle commodity, inasprimento monetario e rallentamento nel settore immobiliare cinese saranno i principali ostacoli.
Se il rischio pandemia rimane avvolto nell’incertezza con la nuova variante Omicron, gli altri tre fattori sono ben inquadrabili. La crisi del gas sta investendo in particolare l’Europa e l’Asia. Il rialzo dei tassi d’interesse dovrebbe invece riguardare le banche centrali dell’area anglosassone (Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda) e dei mercati emergenti. Questi ultimi sono alle prese con l’impennata dei prezzi degli alimentari. Per quanto riguarda il caso Cina, le vendite di case stanno ancora calando nel Paese, mettendo maggiore pressione sui finanziamenti degli sviluppatori immobiliari. "Questo avrà un impatto negativo sulla crescita del gigante asiatico, ma anche su quella del pil mondiale attraverso il canale commerciale. La Cina contrarrà le sue importazioni di materiali e beni capitali", ha spiegato il capo economista. Non solo. "Data la correzione in atto nel settore immobiliare, la Cina necessita ancora di forti esportazioni per mantenere una crescita adeguata. Di conseguenza, Pechino continuerà ad opporsi all’apprezzamento del renminbi, accumulando asset esteri". Per Gallardo, "l’economia statunitense è meno vulnerabile a questi quattro shock e pertanto si intensificherà il suo andamento divergente in termini di inflazione rispetto agli altri Paesi a livello mondiale". Tuttavia, "il maggiore surplus commerciale della Cina sarà in gran parte riciclato sul mercato dei Treasury americani, rendendo più difficile l’opera di normalizzazione monetaria della Fed. Pechino subirà le pressioni di Washington affinché nel corso del 2022 adotti una politica di stimoli più ampia".
Per Kevin Thozet, membro del comitato di investimento di Carmignac, il contesto economico differenziato tra i blocchi regionali e in rallentamento richiede un approccio attivo e differenziato nella costruzione del portafoglio. "Sui mercati azionari ci focalizziamo su aziende a crescita secolare che godono di buona visibilità, ovvero non eccessivamente dipendenti dal ciclo economico e in grado di riaddebitare l’aumento dei costi indotto, salvaguardando allo stesso tempo l’attività", ha detto Thozet. "Sui mercati emergenti è possibile individuare opportunità di valore (sia sui mercati obbligazionari che su quelli azionari), essendo stati penalizzati dalle politiche rigorose in Cina, dall’inflazione, e dalla prospettiva di normalizzazione della politica monetaria statunitense". Serve ancora più selettività sui mercati del credito high yield. "Gli investitori si stanno potenzialmente assumendo un livello elevato di rischio di credito, a fronte di rendimenti reali prossimi allo 0%. Questa abbondanza di liquidità, in combinazione con un contesto di repressione finanziaria, fa sì che il meccanismo di determinazione dei prezzi non presenti lo stesso funzionamento che aveva storicamente. Le inefficienze che ne conseguono sono positive per i gestori attivi". Da ultimo, Carmignac punta su dollaro e strumenti di debito a breve termine come strumenti di copertura del rischio di inflazione e volatilità. (riproduzione riservata)