Azimut pronta ad un'acquisizione miliardiaria negli Stati Uniti
Azimut pronta ad un'acquisizione miliardiaria negli Stati Uniti
La mossa nell'asset management può essere effettuata in autonomia oppure con un fondo di private equity se fosse oltre i 3 miliardi di euro. Quanto all'Italia, il settore del risparmio gestito pare sovrappopolato. Consob ha erogato una sanzione di 200 mila euro alla società

di Elena Dal Maso 11/12/2019 11:10

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Oggi Azimut è debole a Piazza Affari, il titolo cede l'1,04% a 21,72 euro, ma da inizio anno ha recuperato il 130% per 3,14 miliardi di euro di capitalizzazione. Il gruppo italiano indipendente del risparmio gestito non vede questi valori dal dicembre 2015, mentre il top a quasi 28 euro del settembre di quattro anni fa deve essere ancora raggiunto. Oggi Azimut gestisce oltre 58 miliardi di asset.

In un quadro europeo piuttosto complicato a causa dei tassi negativi e del Pil piatto, cui aggiungere la normativa sempre più stringente legata alla Mifid II che impone maggiore trasparenza delle società nei confronti dei clienti quanto a costi esplicitati nei prospetti informativi, la diversificazione geografica ha un senso industriale e strategico.

Pietro Giuliani, fondatore e presidente di Azimut, sta guardando da tempo ad un'acquisizione. Che in Italia pare non avrà luogo perché il gruppo preferisce puntare a una crescita organica "e un'operazione con uno dei nostri concorrenti ci diluirebbe e creerebbe duplicazioni", ha spiegato Giuliani a Bloomberg.

Sul fronte opposto, ovvero considerare Azimut una preda, l'imprenditore milanese ha specificato che la società non è sul mercato e che in ogni caso non intende accettare proposte "sotto i 100 euro ad azione, ovvero oltre quattro volte il valore attuale del titolo a Piazza Affari".

La novità che emerge dall'intervista è il progetto sugli Stati Uniti, dove oggi il gruppo latita, perché considerato da sempre un mercato complesso, molto maturo e di difficile approccio. Oggi, però, Giuliani si sente più fiducioso e il progetto per gli Usa rientra nel piano generale di espansione all'estero come il gruppo italiano fa da anni a piccoli passi. Azimut guarda quindi a operazioni di M&A "nei mercati emergenti dove già operiamo e negli Stati Uniti, dove stiamo esaminando possibili gruppi target", ha detto Giuliani. Specificando poi: "Possiamo anche considerare una grande acquisizione".

Ora Azimut potrebbe arrivare a raccogliere 3 miliardi di euro per l'operazione oppure lavorare in accordo con un gruppo di private equity per mirare ad un M&A più importante se si concretizza la possibilità, ha spiegato Giuliani. Il gruppo, intanto, è impegnato a redigere il nuovo piano industriale che sarà presentato alla comunità finanziaria dopo l'estate 2020.

Intanto l’autorità di vigilanza lussemburghese ha comunicato un paio di giorni fa al gruppo l’approvazione della nuova metodologia di calcolo delle commissioni variabili (performance) sui fondi lussemburghesi, in linea con quanto indicato dai principi Iosco. Il nuovo metodo entrerà in vigore gradualmente da gennaio 2020 sui fondi comuni lussemburghesi del gruppo, dove verranno abbassate le commissioni variabili senza tuttavia incidere sui margini di guadagno, ha spiegato Giuliani.

Nonostante una politica di crescita più aggressiva, la strategia di tenere il dividendo alto non cambierà, grazie "a un debito basso, quindi ci possiamo permettere di restituire parte dell'utile agli azionisti dopo averne usato una parte per gli investimenti", ha raccontato Giuliani. La guidance ufficiale è di un payout fra il 60% e il 75%. Sul fronte degli asset illiquidi, l'obiettivo è di 2 miliardi di euro di raccolta entro il 2020. Il presidente calcola di riuscire a raggiungere oltre 300 milioni di euro di utile il prossimo anno. Il gruppo ha già segnato 247 milioni di euro nei primi nove mesi del 2019.

Sul fronte del debito, qualche giorno fa l'agenzia Fitch ha tagliato il rating a lungo termine di Azimut a BBB- rimuovendo al contempo il rating watch negativo. L’outlook è ora quindi positivo. Il taglio riflette "il significativo incremento" della leva sul cash flow a seguito della recente nuova emissione senior unsecured dell’importo di 500 milioni a scadenza 5 anni.

Ieri, invece, è emerso che a seguito di un'ispezione svolta nei confronti di Azimut Capital Management sgr tra il 19 marzo e il 21 novembre dello scorso anno, Consob ha erogato una sanzione di 200 mila euro alla società. Secondo quanto emerge dalla delibera 21165 che l'authority dei mercati ha pubblicato, al gruppo milanese sono state contestate violazioni dell'articolo 21 del Tuf sul corretto svolgimento dei servizi di investimento e di comportarsi con diligenza, correttezza e trasparenza. 

La Consob ha evidenziato violazioni "nel sistema di profilatura della clientela che non avrebbero consentito la corretta e completa individuazione delle caratteristiche degli investitori, non essendo stati adottati presidi idonei a mitigare il rischio connesso all'autovalutazione da parte degli stessi". Manchevolezze che hanno portato a "una generalizzata polarizzazione della clientela nelle classi di rischio più elevate". (riproduzione riservata)