Accordo storico tra Giappone, Regno Unito e Italia per un caccia più potente dell’F-35
Accordo storico tra Giappone, Regno Unito e Italia per un caccia più potente dell’F-35
Annunciato il Global Combat Air Programme, un ambizioso progetto per realizzare un aereo da caccia di nuova generazione entro il 2035. Il primo grande programma militare giapponese con partner non statunitensi. Leonardo partner strategico. Coinvolte anche Avio Aero, Elettronica e Mbda Italia

di Francesca Gerosa 09/12/2022 07:33

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Il Giappone, il Regno Unito e l'Italia hanno siglato un accordo storico per sviluppare congiuntamente un nuovo caccia stealth multiruolo superiore all’F-35 e all’Eurofighter prodotto negli Stati Uniti. Sostituirà i 94 F-2 giapponesi, i 144 Eurofighter britannici e i 94 Eurofighter italiani. “Stiamo compiendo il passo successivo nel rafforzamento del nostro partenariato trilaterale. Annunciamo il Global Combat Air Programme (Gcap), un ambizioso progetto volto allo sviluppo di un aereo da caccia di nuova generazione entro il 2035?, si legge in una dichiarazione congiunta della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, del premier britannico, Rishi Sunak, e di quello giapponese, Fumio Kishida. “Poiché la difesa della nostra democrazia, della nostra economia, della nostra sicurezza e della stabilità regionale riveste una sempre maggior importanza, abbiamo bisogno di forti partenariati di difesa e di sicurezza, sostenuti e rafforzati da una capacità di deterrenza credibile”, hanno spiegato. Lo sviluppo del nuovo caccia verrà avviato nel 2024 per arrivare alla produzione nel 2035. Per questo progetto l’Italia ha destinato 3,8 miliardi di euro fino al 2035.

Benefici economici e industriali dal Global Combat Air Programm

I tre alleati degli Usa hanno descritto il Global Combat Air Programm come complementare ai programmi militari americani, ma se il nuovo caccia avrà successo potrebbero cercare di commercializzarlo ad altri Paesi alla luce della domanda crescente di caccia di nuova generazione. “Attraverso il Gcap svilupperemo ulteriormente i nostri rapporti di lunga data in materia di difesa. Il Gcap accelererà le nostre capacità militari avanzate e il nostro vantaggio tecnologico. Approfondirà la nostra cooperazione nel campo della difesa, la collaborazione scientifica e tecnologica, le catene di fornitura integrate e rafforzerà ulteriormente la nostra base industriale della difesa”, hanno sottolineato ancora i leader dei tre Paesi. “Questo programma produrrà benefici economici e industriali ad ampio raggio, sostenendo l’occupazione in Italia, in Giappone e nel Regno Unito. Attirerà investimenti in ricerca e sviluppo nella progettazione digitale e nei processi di produzione avanzati. Fornirà opportunità per la prossima generazione di tecnici e ingegneri altamente qualificati. Lavorando insieme in uno spirito di equo partenariato, condividiamo costi e benefici di questo investimento nelle nostre risorse umane e nelle nostre tecnologie”.

Il costo del programma non è ancora noto

Il costo del programma non è ancora noto. Il Ministero della Difesa giapponese ha, però, richiesto l'equivalente di circa 1 miliardo di dollari per la ricerca e lo sviluppo per l'anno fiscale che inizia ad aprile 2023. I tre Paesi non hanno neppure ancora concordato come verrà suddiviso il lavoro e se i contraenti costituiranno un consorzio o una joint venture. In ogni caso, l’accordo prevede che i tre Paesi collaborino "in uno spirito di partnership paritaria" per condividere la tecnologia.

Ordini di super jet visti lievitare a 30 miliardi di dollari

L'ascesa della Cina, l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e altri fattori hanno fatto lievitare i bilanci militari. Secondo la società di consulenza AeroDynamic Advisory LLC, lo scorso anno le consegne di jet da combattimento a livello mondiale sono state valutate 23,6 miliardi di dollari, una cifra che entro la fine del decennio salirà a 30 miliardi. Gli Stati Uniti producono più della metà del totale, con l'F-35, realizzato da Lockheed Martin in collaborazione con aziende del Regno Unito, dell'Italia e del Giappone, in testa.

Leonardo partner strategico, coinvolte anche  Avio Aero, Elettronica e Mbda Italia

Ma Giappone e Regno Unito puntano a mantenere le proprie industrie della difesa piuttosto che affidarsi esclusivamente ai progetti guidati dagli Stati Uniti. Questo li ha portati, insieme all'Italia, a unire le forze. Il jet è ancora in fase di progettazione, ha precisato il Wall Street Journal, comunque dovrebbe essere dotato di capacità stealth, sensori avanzati e avere la possibilità di collegarsi in rete con aerei senza equipaggio nelle vicinanze per portare più potenza di fuoco nelle battaglie. C’è anche Leonardo (+0,59% a 7,80 euro in Borsa, per Equita è buy con un target price a 12 euro) nel progetto. Infatti, la cellula dei nuovi caccia sarà sviluppata dalla giapponese Mitsubishi Heavy Industries, dall'azienda britannica Bae Systems e dall'azienda italiana di aviazione e difesa Leonardo. Ma il Gcap, aperto ad altre collaborazioni, coinvolgerà tutta la filiera italiana a partire dalle Università e dai centri di ricerca fino alle Pmi e le industrie leader nazionali coinvolte. Oltre a Leonardo, la compagine italiana vedrà coinvolti Avio Aero, Elettronica e Mbda Italia.

Profumo (Leonardo): il Gcap agirà da volano di sviluppo per l'industria nazionale

"La decisione dei governi di rafforzare la collaborazione con un programma così strategico come il Global Combat Air Programme", ha sottolineato l’ad di Leonardo, Alessandro Profumo, “è la testimonianza di un modello di cooperazione tra i tre Paesi efficace e promettente. Siamo di fronte a uno dei programmi più sfidanti e avveniristici per l'industria dell'aerospazio e difesa che garantirà l'autonomia tecnologica dei Paesi coinvolti e fornirà alle Forze Armate prestazioni e capacità operative senza precedenti. Il Global Combat Air Programme agirà anche da volano di sviluppo per l'industria nazionale nei decenni a venire, a beneficio delle future generazioni. Grazie alla nostra forte presenza nel Regno Unito, Leonardo rappresenta nel programma due delle nazioni partner, ovvero l'Italia e il Regno Unito".

Partendo dall’esperienza collaborativa in qualità di co-design per l’electronic warfare dell’Efa Typhoon Fighter, Elettronica porterà nel progetto “una solida maturità ingegneristica e sistemistica, fondamentale in un contesto in cui la sfida dell’electronic warfare è molto complessa e strategica”, ha spiegato il presidente e ceo di Elettronica, Enzo Benigni, convinto che nel futuro della difesa elettronica in Europa saranno valorizzate le capacità di interoperabilità, la connettività di rete, la superiorità delle informazioni allo scopo di alimentare una profonda integrazione nell’ambito della piattaforma principale e tra varie piattaforme pilotate e non. “Di questi aspetti si occuperà il dominio Integrated Sensing And Non Kinetic Effects & Integrated Communication System di cui Elettronica sarà campione nazionale nell’EW, nell’ambito di una collaborazione internazionale che coinvolge Leonardo e Mitsubishi Electronic Company, con l’ambizione di generare e preservare una solida sovranità tecnologica”, ha precisato Benigni.

Primo grande programma militare giapponese con partner non Usa

Si tratta del primo grande programma militare giapponese con partner non statunitensi e arriva mentre Tokyo sta aumentando drasticamente il suo budget per la difesa. Il nuovo aereo sostituirà il vecchio caccia giapponese F-2, basato sull'F-16 statunitense, anch'esso prodotto da Lockheed Martin. In una dichiarazione rilasciata al Giappone, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha affermato di appoggiare il programma nippo-inglese-italiano, aggiungendo che collaborerà alla costruzione di sistemi autonomi da integrare nel nuovo caccia. Da parte loro, gli Stati Uniti stanno portando avanti un progetto di caccia avanzato noto come next-generation air dominance, o NGAD, che dovrebbe volare nel 2030. Una risposta all’ascesa della Cina che ha spinto a una più stretta cooperazione i Paesi dell'Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico, come Regno Unito e Germania, e i partner dell'Asia-Pacifico, tra cui Giappone, Australia e Corea del Sud. (riproduzione riservata)