Piazza Affari si sveglia coi finanziari, spread stabile
Piazza Affari si sveglia coi finanziari, spread stabile
Il cambio euro/dollaro resta sopra 1,10 in attesa del verdetto della Fed. Per Rimeu (La Française Asset Management) il biglietto verde salirà con un taglio dei tassi di 25 punti base. Atluri (Capital Group) non esclude tagli progressivi dei tassi fino allo zero e acquisti di obbligazioni

di Francesca Gerosa 18/09/2019 11:10

Ftse Mib
33.940,54 17.40.00

-0,96%

Dax 30
17.917,28 18.00.00

-0,95%

Dow Jones
37.998,30 20.43.45

-1,20%

Nasdaq
15.564,69 20.38.41

-0,94%

Euro/Dollaro
1,0728 20.23.20

+0,07%

Spread
139,26 17.29.51

-1,42

L'indice Ftse Mib, dopo una partenza in sordina, scatta in avanti con un progresso dello 0,52% a quota 21.915 punti grazie alla spinta dei titoli finanziari. Non stanno al passo il Dax (+0,06%), il Cac40 (+0,05%) e il Fste 100 (+0,08%), più cauti in attesa stasera del verdetto della Fed. François Rimeu, senior strategist di La Française Asset Management, si aspetta che la Banca centrale americana tagli i tassi di 25 punti base.

"La decisione di tagliare i tassi comunque difficilmente verrà presa all'unanimità, con George e Rosengren che probabilmente dissentiranno da questa linea ancora una volta", ha sottolineato Rimeu. "Varrà la pena tenere d'occhio il "median dot" del 2019, che probabilmente si attesterà all'1,875%, il che significa che per quest'anno non dovrebbero esserci ulteriori tagli".

Il linguaggio per il momento non dovrebbe cambiare in modo significativo. "Ci attendiamo una reiterazione dell'agire in maniera appropriata e dell'aggiustamento di metà ciclo", ha aggiunto lo strategist per il quale la Federal Reserve potrebbe decidere un taglio di 30 punti base del tasso IOER per mantenere il tasso d'interesse effettivo applicato all'interno degli obiettivi fissati.

Nel complesso, "ci aspettiamo che i tassi Usa e il dollaro salgano leggermente a seguito della riunione del Fomc". Quanto alle previsioni economiche, "la crescita del pil Usa per il 2019 dovrebbe probabilmente mantenersi intorno al 2,1% (effetto di trascinamento della crescita all'1,94% alla fine del secondo trimestre", ha concluso Rimeu.

Il cambio euro dollaro al momento viaggia 1,104 (-0,24%), mentre lo spread Btp/Bund è stabile a 139 punti base con il rendimento del Bund a -0,497% e quello del Btp decennale allo 0,89%. Mentre la fuga verso gli strumenti sicuri ha spinto i rendimenti dei Treasury Usa trentennali sotto il 2% per la prima volta nella storia e i rendimenti biennali hanno superato quelli decennali, un'inversione della curva che spesso in passato ha segnalato l'arrivo imminente di una recessione, ha ricordato Pramod Atluri, gestore del portafoglio obbligazionario di Capital Group.

Ad agosto l'ammontare complessivo di obbligazioni con rendimenti sotto lo zero nel mondo sviluppato ha toccato il record assoluto superando i 15.400 miliardi di dollari, una cifra nettamente superiore al precedente picco di 12.000 miliardi del 2016. Oggi, poco più di un quarto di tutte le obbligazioni investment grade nei mercati sviluppati mondiali corrisponde rendimenti negativi. Ciò significa che gli investitori devono pagare gli emittenti perché detengano i loro soldi, una situazione che tende a verificarsi nelle fasi di incertezza economica, quando gli acquirenti si riversano in massa sugli investimenti ritenuti sicuri.

Una volta, i rendimenti negativi erano una peculiarità del debito a breve termine (due anni o meno), mentre di recente il fenomeno si è esteso in maniera molto più marcata che in passato anche ai titoli a più lunga scadenza (cinque e dieci anni). "I rendimenti negativi sono da anni la norma nei mercati obbligazionari giapponesi e dell'Eurozona, per fare un esempio, a inizio agosto il 100% dei Bund tedeschi offriva tassi negativi. Malgrado il recente tracollo dei rendimenti dei Treasury, appare improbabile che gli Stati Uniti registrino rendimenti negativi nel breve termine, in un contesto di crescita economica", ha previsto Atluri.

"Crediamo che la strategia della Fed assomiglierà a quanto fatto in occasione della crisi finanziaria: tagli progressivi dei tassi fino allo zero, se necessario, e uso delle indicazioni prospettiche come strumento. La Fed potrebbe anche decidere di acquistare obbligazioni, come accaduto nell'ambito del piano di quantitative easing", ha aggiunto l'esperto.

Diversi fattori lasciano supporre che, pur escludendo una discesa in territorio negativo, i tassi d'interesse statunitensi rimarranno bassi. La domanda globale di obbligazioni di alta qualità con rendimenti positivi rimane sostenuta, con i Treasury che, malgrado le tensioni commerciali, l'aumento del debito pubblico americano e i timori recessivi, continuano a essere visti come un bene rifugio, soprattutto durante le fasi di incertezza. Ciò ha impresso slancio alla domanda mondiale di questi titoli su tutte le scadenze. Su base non coperta, inoltre, risultano relativamente competitivi se confrontati ai tassi negativi offerti dai titoli di Stato tedeschi e giapponesi.

L'indebolimento della crescita globale ha poi indotto la Fed a mantenere un orientamento decisamente espansivo, benché la crescita economica americana rimanga discreta e il mercato del lavoro sia solido. A questo si aggiungono le esili pressioni inflazionistiche registrate in gran parte del mondo sviluppato. Anche il rallentamento in Cina, tra le maggiori consumatrici di materie prime industriali, ha contribuito a tenere a freno l'inflazione.

"Il contesto caratterizzato da bassi rendimenti sembra destinato a restare con noi per un bel po' di tempo. Gli investitori devono preoccuparsi? Una curva dei rendimenti invertita è chiaramente uno sviluppo ribassista, in quanto indica che molti investitori nutrono maggiore fiducia nella crescita a breve termine che non in quella a lungo termine. Inoltre, tutte le recessioni americane degli ultimi 50 anni sono state precedute da un'inversione della curva", ha precisato il gestore del portafoglio obbligazionario di Capital Group.

"Eppure, la storia mostra anche che la discesa dei rendimenti decennali sotto quelli biennali non giustifica una reazione di panico immediata. In molte occasioni si è verificato uno sfasamento temporale tra l'inversione e l'inizio di una recessione, pari in media a 16 mesi. Gli indicatori economici e di mercato consentono di sentire il polso dell'economia statunitense. Una o due rilevazioni negative potrebbero essere del tutto irrilevanti. Ma quando diversi indicatori cominciano a far lampeggiare le spie d'allarme per un periodo di tempo prolungato, il quadro diventa più chiaro e ben più significativo. Quel momento non è ancora arrivato", ha concluso Atluri.

Sul listino milanese guadagnano oltre un punto percentuale Banco Bpm, Bper, Mediobanca, Ubi, Poste Italiane e Azimut. In netto rialzo anche Amplifon (+2,17%), Enel (+2,24%), StM (+1,85%) e Juventus (+1,6%). Stona Moncler (-4,45%) con il ceo, Remo Ruffini, che ha detto che le proteste antigovernative in corso a Hong Kong potrebbero avere un impatto sui conti 2019. Male pure Leonardo (-2,38%) e Prysmian (-2,45%).

Recupera Atlantia (+0,63%) dopo che l'amministratore delegato, Giovanni Castellucci, si è dimesso ieri. Le sue deleghe sono state affidate a un comitato esecutivo formato da cinque consiglieri, tra cui il presidente di Atlantia, Fabio Cerchiai, e il ceo della holding dei Benetton, Carlo Bertazzo. Secondo alcune indiscrezioni i vertici di Edizione sarebbero pronti a un passo indietro di Atlantia in Autostrade per l'Italia. (riproduzione riservata)